La beneficenza liberale ed il terremoto

Attualità

Milano 29 Agosto – A quasi una settimana dai tragici fatti di Amatrice, ancora una volta, il popolo Italiano ha dato il meglio di sé. La macchina della beneficenza ha funzionato a pieno ritmo. All’Aquila, ricordiamolo, in tre anni aveva raccolto qualcosa come 67 milioni di euro. Non sono pochi. Ma stavolta mi pare ci siano stati dei problemi, che è giusto analizzare per poter fornire il meglio a chi ha perso tutto.

  1. no, portare pannolini ai punti di raccolta non è stata la scelta migliore. È il punto più rilevante e quello meno intuitivo. Ammettiamo che a voi una confezione di pannolini costi dieci euro. Il prezzo è determinato dal fatto che il produttore si aspetta di venderne un certo quantitativo. Ma se aveste donato soldi la Protezione Civile, o chi per essa, avrebbe potuto comprarne BANCALI. Comprarne bancali abbatte il costo singolo. In sostanza, portare beni di prima necessità è un atto di beneficenza più per la grande distribuzione che per i terremotati. Inoltre noi abbiamo una percezione sbagliata delle necessità, o quanto meno molto parziale. Non sappiamo quanto serve quello che serve. Non sappiamo a priori cosa comprare. Ed anche i centri di raccolta hanno una visuale abbastanza ristretta. Inoltre quella roba va trasportata. E sono altre inefficienze di sistema che sottraggono risorse alle vittime.
  2. Si donano beni di prima necessità perché, in fondo, non ci si fida delle raccolte fondi. Male. Lo strumento della raccolta fondi non ha nulla che non vada. Dovete solo controllare a ci li date e cosa ci fa. Il che è faticoso, impegnativo ed è una rottura di scatole. Me ne rendo conto. Ma donare consapevolmente consente di donare bene. Ho letto delle sciocchezze galattiche in questi giorni, da far accapponare la pelle. Tipo di far bonifici sui conti correnti del paese di Amatrice. Che, per carità, di sicuro ha bisogno dei soldi, ma: a. non gestisce di tasca propria i soccorsi b. ha problemi fisici a spendere soldi, con il disastro che sta affrontando c. sono certo preferirebbe che deste i vostri soldi a qualcuno che può aiutare davvero.
  3. La Protezione civile è composta da ragazzi fantastici, la nostra meglio gioventù che arriva fino ai 60 anni. Ma è un corpo dello Stato. Gli donate soldi ogni giorno. Ogni caffè che bevete. Ogni cosa che comprate. Ogni stipendio o pensione che ritirate. Quando nascete e quando morite. Io se devo donare, dono a dei privati. Non a chi dispone dei soldi delle mie tasse. Poi se lo fate non muore nessuno, anzi salvate delle vite. Ma personalmente e da liberale preferisco i privati.
  4. No, non si possono requisire i soldi del jackpot del Super Enalotto. Non sono soldi pubblici. Non sono soldi di Giorgia Meloni. Sono soldi di una ditta privata e domani di un cittadino, che ne potrà fare ciò che vuole. Capisco ci sia stata una tragedia, ma eviterei di trasformarla in un furto.
  5. Dire che donare ai “fascisti” di Casa Pound sia immorale squalifica umanamente chi lo afferma. È una stupidaggine. Anche in Emilia si sono distinti per l’efficienza, la disciplina e l’ordine con cui hanno gestito gli aiuti. Sono dei bravi ragazzi, di cui non condivido le idee, ma di fronte al cui impegno per il prossimo posso solo tacere ed inchinarmi. Anche perché la motivazione più usata contro di loro è “pensano prima agli Italiani”. Vi rendete conto? È diventata un’accusa…

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