Milano 2 Settembre – Chi scrive non è un fan di due cose in politica, la società civile e le convention. La prima perché, thatcherianamente, non credo in una cosa chiamata società. Esistono gli individui e le loro comunità. Queste non prendono improvvisamente vita e personalità. La verità di questo si riscontra nelle convention. Da cui di norma non scaturisce nulla, se non una gara di individui a primeggiare. Ieri sera, al teatro San Carlo, Parisi mi ha stupito in positivo e, per un istante, nella sala buia e gremita, ho pensato fossimo una società. E che la convention del 16 e del 17 avrebbe segnato una nuova alba nel panorama a Italiano.
Quella di ieri era una scommessa rischiosa. Intanto non c’erano big. C’erano due consiglieri comunali, tra cui il nostro Direttore. Forse di più, ma la cosa si fermava là. E, cosa ancora più rilevante, se c’erano altre figure di spicco, sono rimaste tra il pubblico. Sotto i riflettori solo Parisi. Che parla, ma parla poco, va detto. E poi, miracolo, apre i microfoni e si ritira. Ascolta e ribatte, ovviamente, ma non impone temi, non evade questioni spinose. Non detta la linea, la chiarisce. Senza però vanificare la convention di metà settembre.
Dal suo discorso si cominciano a fugare dubbi e sospetti. Mai con la sinistra. Mai contro i partiti. Siamo quei per allargare il mondo delle idee, non per dividerci le poltrone. L’ultima frase è mia, ma il concetto era chiaro. Non si rottama, si crea. Il titolo della convention sarà PER. Non contro. E non sarà politica politicante, ma temi attuali visti con le lenti liberali che troppe volte abbiamo abbandonato sul comodino. Non parteciperanno solo aderenti, non sarà un palco di adoranti come la Leopolda. Parteciperà chi crede in alcuni valori e magari non ci vuole per i tanti che erano assenti oggi, come sempre quando a parlare è la gente, ma che non disertano una lista elettorale nemmeno per errore. Noi siamo qui perché la loro voce non vada perduta. Per salvare il centrodestra un’idea alla volta.
La risposta della platea è stata emozionata ed emozionante. All’improvviso il presidente dei Seniores ha preso la parola. Ed ha ricordato che loro, i ragazzi del 94, sono ancora qui, per difendere il voto e la patria dai brogli e dai ladri di democrazia. Non ho potuto non pensare a Peppone, in piazza, quando don Camillo, durante un comizio pacifista, mette la canzone del Piave e lo fa commuovere. Ecco, Parisi è ecumenico. Ma di fronte ai ragazzi del 94 ed alla loro volontà di non abbandonare il campo sono certo che una lacrima, interiormente, di orgoglio l’avrà versata.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,