Mostra “Janello Torriani, Genio del Rinascimento” 10 settembre 2016 – 29 gennaio 2017 Museo del Violino, Cremona

Cultura e spettacolo

Milano 10 Settembre – Janello Torriani, genio poco conosciuto del Rinascimento, ideatore di meravigliosi automi e sofisticati meccanismi, sarà il protagonista della mostra allestita dal 10 settembre al 29 gennaio 2017 all’interno del padiglione Amati presso il Museo del Violino a Cremona. Esposte le macchine più complesse del ‘500, messe a punto da questo fabbro che amava le scienze matematiche, l’aritmetica, la geometria, l’astrologia, la musica; in grado, per questo suo sapere multidisciplinare, di affascinare sovrani come Carlo V e suo figlio Filippo II, fino a partecipare alla riforma del calendario compiuta da papa Gregorio XIII.
‘Janello Torriani. Genio del Rinascimento’, è il titolo della rassegna che racconterà l’opera di questo abile fabbro ferraio, orologiaio di nomea universale, ingegnere idraulico geniale, matematico di corte e inventore acclamato, svelando anche l’innovativa meccanica del ‘500: dallo sviluppo della micro-orologeria alla diffusione degli automi, dalle novità nell’industria dei mulini alla rivoluzione dei sistemi d’approvvigionamento idrico..

Gianello Torriani, o Juanelo Turriano o Giovanni Torriani o Gianello della Torre (Cremona, intorno al 1500 circa – Toledo, 13 giugno 1585), è orologiaio, matematico e inventore italiano naturalizzato spagnolo. Nel 1530 Carlo V, a Bologna per ricevere da papa Clemente VII la Corona Ferrea di re d’Italia e la corona imperiale, era alla ricerca di un provetto orologiaio per riparare l’astrario di Giovanni Dondi dall’Orologio a Padova. Conobbe il Torriani che, trasferitosi in Spagna, costruì un nuovo orologio astronomico costituito da circa 2000 ruote dentate che richiese venti anni per la progettazione e tre per la costruzione. Nella penisola Iberica costruì numerosi automi meccanici, fu architetto ma soprattutto l’autore di “el artificio de Juanelo” a Toledo, un complesso sistema meccanico che sollevava con regolarità l’acqua del fiume Tago fino alla fortezza dell’Alcázar, nella parte più alta della città, come una gigantesca noria ossia una grande ruota idraulica.

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