Stelle cadenti: viaggio nell’Italia degli amministratori (sotto inchiesta) grillini

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Milano 10 Settembre – Se è vero che il simbolo della possibile decadenza del MoVimento 5 stelle è Roma, dove i seguaci di Beppe Grillo sono riusciti a infilarsi, da soli, in un incredibile cul de sac, è altrettanto vero che i guai dei pentastellati vanno ben oltre il Raccordo Anulare della Capitale. Sembra, anzi, che dovunque siano riusciti ad arrivare al potere, grazie al voto degli elettori, la parabola del M5s si sia rivelata, rapidamente, discendente. Il caso più clamoroso è quello di Parma. A guidarla c’è Federico Pizzarotti, il sindaco che il MoVimento ha espulso per aver tenuto nascosto un’indagine sul suo conto. Ma ancora prima, lo scontro con fra Pizzarotti e i vertici penstastellati si è consumato intorno all’inceneritore della città, che il primo cittadino aveva promesso di spegnere, scontrandosi, però, con l’impossibilità di farlo. A Parma, inoltre, le tasse sono altissime e il degrado è visibile anche in pieno centro. Appresso c’è Livorno. Qui il sindaco Filippo Nogarin è sotto inchiesta per concorso in bancarotta fraudolenta. Nel suo caso, però, il MoVimento ha fatto scattare il perdono, mentre tre consiglieri sono stati sospesi per aver votato contro l’atto di indirizzo della giunta nell’affaire rifiuti e all’assessore all’Ambiente è stata ritirata la delega. In molte città «minori», poi, i sindaci eletti col M5s hanno perso il marchio pentastellato in un batter d’occhio. A Comacchio, ad esempio, in provincia di Ferrara, il primo cittadino Marco Fabbri è stato cacciato dal Direttorio pentastellato per essersi candidato alla provincia. Il sindaco è rimasto in carica e la maggioranza lo ha seguito. Noto è anche il caso di Quarto (Napoli), dove il primo cittadino Rosa Capuozzo è stata espulsa per aver tenuto nascosto ai vertici la tentata estorsione di cui sarebbe stata vittima da parte di un assessore penstastellato. Situazione incandescente a Gela (Palermo), dove il MoVimento ha espulso il sindaco Domenico Messinese per non essersi tagliato lo stipendio e per aver avallato un accordo fra Eni, ministero dello Sviluppo e Regione sugli idrocarburi. A Ragusa le polemiche sono sorte intorno alla decisione della giunta, capeggiata dal sindaco grillino Federico Piccitto, di alzarsi lo stipendio, con conseguente rinuncia alla delega di due assessori e poi l’abbandono della maggioranza di tre consiglieri comunali e le dimissioni, due giorni fa, di un quarto consigliere. Non mancano, tra l’altro, le accuse a qualche amministratore di aver favorito i parenti. C’è, poi, quanto sta accadendo a Porto Torres (Sassari), comune amministrato dal sindaco grillino Sean Wheeler. Qui Paola Conticelli, consigliere comunale pentastellata, è stata silurata dal MoVimento perché fidanzata con un giornalista considerato scomodo dai grillini. Situazione «stellare» anche a Bagheria (Palermo), dove un servizio delle Iene ha svelato le magagne del sindaco pentastellato Patrizio Cinque e del suo assessore all’Urbanistica, Luca Tripoli, intorno alle case abusive. La casa del primo cittadino, infatti, è stata costruita abusivamente. E non in regola è risultata essere, secondo le Iene, anche l’abitazione dei genitori dell’assessore (poi dimessosi). Ma Bagheria, negli ultimi mesi, è balzata agli onori della cronaca anche per la protesta di alcuni operai senza stipendio, le dimissioni dell’assessore alla Cultura, l’emergenza rifiuti, gli incarichi affidati ai parenti e la relazione dei Revisori dei conti nella quale è stato evidenziato che il sindaco «ha continuato a dare incarichi su incarichi ad avvocati esterni, non economizzando il servizio». A Venaria (Torino), il sindaco grillino Roberto Falcone, a causa della delibera sull’uscita del comune dall’Osservatorio Tav, ha perso il secondo consigliere più votato, Viviana Andreotti, e ad Assemini (Cagliari), dove l’amministrazione comunale è guidata dal sindaco pentastellato Mario Puddu, alcuni consiglieri, poi espulsi, si sono rivolti al magistrato per accusare il primo cittadino di aver delegato il potere amministrativo, quello reale, a persone non elette. A Mira (Venezia), infine, nel 2013 il sindaco grillino Alvise Maniero ha nominato assessore all’Ambiente Maria Grazia Sanginiti, moglie del deputato grillino Emanuele Cozzolino. La «rivoluzione pentastellata» tarda ad arrivare.
Luca Rocca (Il Tempo)

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