Milano 15 Settembre – Il tempo delle parole è finito. Ora si procede. Il colosso di Cupertino potrebbe aprire il cantiere dopo le feste natalizie. I lavori, che includono lo sventramento di piazza del Liberty, dureranno un anno. Apple arriva a Milano. Il sogno coltivato a lungo dal fondatore Steve Jobs, che a suo tempo s’era innamorato della Galleria, si realizzerà. … La trattativa sugli indennizzi è stata aperta una settimana fa. In assenza di ostacoli, potrebbe chiudersi entro fine mese. La piazza, privata ma con il vincolo d’uso pubblico, fu pedonalizzata nel marzo 2012 per diventare oggetto di un importante restyling. Era stata riaperta al pubblico nel maggio 2014, dopo una lunga cantierizzazione. Oltre all’investimento in dehors di cristallo, innovativi e uguali per tutti, per qualcuno il restyling (costato alle casse del Comune 600 mila euro) s’era tradotto in una chiusura temporanea dell’attività.
Il progetto di Apple affidato allo studio di Norman Foster trascina consensi: la scalinata dolce che si apre nella piazza e scende otto metri sotto terra aprendosi su un grande schermo, il parallelepipedo con le cascate d’acqua, alto sette metri, che svetta oltre la cornice dei vecchi palazzi e sarà visibile a chi da piazza Duomo imbocca corso Vittorio Emanuele. La scalinata prenderà l’intera piazza, nelle intenzioni consentirà di mantenere l’uso pubblico (perpetuo), in base alla convenzione siglata nel 1954 tra il Comune e i proprietari dell’edificio che ancora per poco ospita il cinema Apollo e domani sarà sede dello store. Resterà un contorno perimetrale profondo circa 6 metri, abbastanza per convivere con i dehors. «È indubbiamente bello — commenta Maran — e piace all’amministrazione. Speriamo ci siano le condizioni perché lo possano realizzare. Sono in corso gli incontri con gli uffici e gli operatori della città. È positivo che tanti grandi aziende si stiano presentando a Milano con progetti di qualità». Il rendering è già stato portato all’attenzione della Soprintendenza, che lo dovrà valutare.
L’aveva annunciato l’ad di Apple, Tim Cook, nel novembre di un anno fa, in una intervista esclusiva al Corriere: «Lo Store avrà un design incredibile, sarà un simbolo di apprezzamento verso la vostra cultura». Marco Barbieri, neosegretario generale Confcommercio spiega: «Il progetto è nell’interesse della città e del commercio, porta un indotto importante ma va trovata una mediazione, perché come tutti i cantieri metterà in crisi attività che hanno già pagato un prezzo importante non molto tempo fa».
Il titolare del Charleston, Alberto Cortesi, è l’inquilino più anziano della piazza. «Siamo qui da quarant’anni, piazza del Liberty era un parcheggio, c’era un custode del Comune. C’erano calzolai, camicerie, noi avevamo gli ombrelloni invece dei dehors, che alla gente piacevano molto. E l’Apollo non era un multisala». Giuseppe Beani con il marchio Cuore Italiano è l’ultimo arrivato, nove mesi fa. «Siamo già saturi, a pranzo e a cena. Non credo che Apple inciderà più di tanto sul volume del nostro lavoro». La scalinata dello store s’aprirà proprio davanti al suo dehors.
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