Milano 18 Settembre – Le nostre bollette della luce e del gas sono tra le più care d’Europa: l’analisi è di Benedetta Maffioli su Il Giornale. Un piazzamento poco gradevole per i cittadini che devono pagare. Proponiamo l’articolo “Il dato emerge dal confronto realizzato dall’Ufficio studi della Cgia, l’Associazione degli artigiani di Mestre, su una serie di tariffe pubbliche applicate in tutta l’Unione europea.
Il prezzo della luce elettrica costa alle famiglie italiane, rispetto alla media europea, 243 euro in più su ogni 1.000 chilowatt all’ora, collocandosi solo dopo Germania e Irlanda. L’italia dunque, tra i 19 paesi presi in considerzione dalla rilevazione statistica, pagherebbe il 10% di luce in più.
Anche per quanto riguarda il gas, l’Italia si aggiudica il terzo posto, solo dopo Spagna e Portogallo. Il costo del gas, infatti, è di 90,5 euro ogni chilowatt all’ora. 18,6 punti percentuali in pù rispetto alla media degli altri paesi presi in esame.
Dal confronto della Cgia, l’Italia si colloca ai primi posti anche a causa del “pesantissimo”carico fiscale: “Oltre a scontare l’handicap di essere un paese importatore di prodotti energetici – commenta il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – le nostre bollette della luce e del gas sono tra le più care d’Europa anche perché il carico fiscale è pesantissimo. Nelle tariffe elettriche, ad esempio, l’incidenza della tassazione sul prezzo totale nelle fasce di consumo medio da noi è al 39 per cento contro una media europea del 32 per cento. In quelle del gas, invece, la componente fiscale presente in Italia è del 36 per cento, mentre in Ue si attesta al 23 per cento”.
Per contro, i biglietti dei bus sono i meno cari d’Europa: con 1,50 euro per un ticket su in una tratta di circa 10 fermate, quello italiano è il prezzo più basso di tutta la Ue, rispetto ai 3,8 euro di Stoccolma e i 3,6 euro di Londra.
Anche il biglietto del treno è molto basso in Italia: su una tratta di 200 chilometri si aggira intorno ai 25,1 euro. Mentre a Londra il costo è all’incirca di 66,7 euro, a Madrid 52,4, a Parigi 39,5 e a Stoccolma 37,7 euro.
A frenare l’entusiamo è però Zabeo: “Se pendolari e viaggiatori possono contare su biglietti a basso prezzo – commenta il coordinatore dell’ufficio studi – è anche vero che la qualità dell’offerta che ricevono è molto scadente. Ad eccezione delle tratte di lunga percorrenza, il nostro trasporto ferroviario regionale, ad esempio, versa in pessime condizioni. Mancano gli investimenti, il parco rotabile spesso è obsoleto e la disorganizzazione è molto diffusa, soprattutto nel Mezzogiorno.”
Ed infine, anche le tarife del Bel Paese sull’acqua sono tra le più basse d’Europa, seconde solo alla Grecia: a Roma l’acqua potabile costa 1,62. Mentre Berlino, Lussembrugo e Austria registrano invece i prezzi più alti: rispettivamente 5,84 euro/mc, 5,70 euro/mc e 5,31 euro/mc.
Dalla ricerca è anche emerso come nel primo semestre del 2016, sia proseguita la discesa delle tariffe pubbliche, gà inziata nel 2015: nei primi 6 mesi di quest’anno la tariffa del gas è scesa del 7,6 per cento, i biglietti ferroviari dell’1,7 per cento, i servizi telefonici dello 0,8 per cento e l’energia elettrica dello 0,2 per cento. Le ragioni di questo trend vanno ricercate nella riduzione dei prezzi dei prodotti petroliferi avvenuti nell’ultimo anno e mezzo, nell’andamento del tasso di cambio favorevole e nella dinamica dell’inflazione che, anche per il 2016, dovrebbe risultare prossima allo zero per cento.
Per contro, invece, tornano ad aumentare le tariffe dei trasporti urbani dello 0,3 per cento, quelle dei taxi dello 0,8 per cento, i pedaggi autostradali e la raccolta rifiuti dello 0,9 per cento e l’acqua del 4,5 per cento.
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