Oggi l’autunno canta la sua malinconia

Le storie di Nene Milano

Milano 21 Settembre – Eppure la luna ha la tua faccia dei vent’anni. Immutata. Larga, luminosa come un sogno da realizzare. Bianca, senza i graffi del tempo, tenera e fiera nella luce che si dissolve nell’ultima sera d’estate.

La terra, ancora ubriaca di sole, ascolta il primo vento freddo senza paura. Perché le stagioni si rincorrono con il ritmo lento di un sole amico, perché questo è il gioco della vita, perché questo è il senso della mia vita

E arriva l’autunno. Dolce e fragile nella danza di nuovi colori, sfumati dalle ombre lunghe di un sole che appare e si perde tra nuvole strappate, specchi nel cielo di desideri violenti come la passione, nel rimpianto di ciò che è stato bello e unico e irripetibile.

Oggi l’autunno canta la sua malinconia nelle strade da ripercorrere con lui, in una Milano che regalava sospiri lievi e promesse d’amore, là sotto quell’albero in piazza Sant’Ambrogio, testimone del mio raccontare. E la quiete era la certezza di altre primavere e altre estati. C’eravamo incontrati in una cantina di artisti, in via De Togni. La condivisione moltiplicava i pochi soldi, l’euforia del sogno era pane e risate. E quel parlare di noi, quello stare insieme era amicizia e giovinezza.

Milano rappresentava la meraviglia, il cuore, la speranza. E sembrava che qui si dovesse stare, qui si dovesse vivere per spiccare il volo.

Con la consapevolezza che Milano fosse la città perfetta.

Oggi questo autunno canta una malinconia nuova per una città che non riconosco più

(I ricordi di Serafina)

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