I numeri dei profughi di Obama

Esteri

Milano 22 Settembre – Ieri mattina Sua Bontà, Barack Obama Primo, ha ufficializzato che cinquanta buonissimi capi di Stato avrebbero, bontà loro ed un po’ nostra, accolto 360 mila profughi. Il che è davvero bellissimo ovviamente. Solo che, a mio modesto avviso, c’è una questione matematica da risolvere. 360 mila su 800 milioni, la somma delle popolazioni di Europa e Stati Uniti, non è molto. Questo è vero. Ma. Ma ci sono due ordini di problemi che non vengono toccati. E non sono una cosa da poco.

Primo ordine di problemi. Noi che siamo in prima linea, come paese, sappiamo che solo il 20% ha diritto alla protezione internazionale. Le cifre ovviamente fluttuano ed i numeri certi richiederanno anni per formarsi, dipendendo dagli appelli. Ma prendiamolo buono come dato. Questo vuol dire che ci vogliono 1,8 milioni di disperati per mettere assieme 360 mila profughi. È un numero impressionante, vero? Sempre piccolo sul totale, ma comunque impressionante. Solo che questo numero diventa insostenibile se si pensa a DOVE questa gente dovrà passare per entrare in Europa. Ci sono, naturalmente, solo tre vie: 1. Ceuta e Melilla, Gibilterra e la Spagna, ma è una via presidiata, che parte dal Marocco, un paese stabile e con confini definiti. 2. La via Est, ma la rotta Balcanica è stata sigillata, pagando la Turchia perché facesse da tappo 3. Lampedusa. Credo che nessuno potrà negare che questi 2 milioni di individui passeranno da Lampedusa. 2 Milioni è quasi il doppio della popolazione di Milano città. Milano città su Lampedusa non ci sta. Due nemmeno. Nemmeno un decimo, se vogliamo essere tignosi, ci sta. Nemmeno sotto forma di flusso. Nemmeno se spalmato su anni. Nemmeno per sbaglio. Quindi, caro Barack, abbiamo un problema. Ma non è il solo.

Il secondo piccolo inghippo è che se proponi 360 mila in paradiso, il numero di disperati che tenterà sarà molto, molto maggiore a quanto già visto finora. Ci sono 4/5 miliardi di individui che ha spazio per migliorare sensibilmente la propria condizione. Ci sono, in altre parole, 4/5 miliardi di candidati immigrati. Qualcuno di questi è un profugo. Gli altri no. Sono semplicemente dei poveri che vogliono diventare meno poveri. Questo non succederà né oggi né mai andando a caccia di welfare nei paesi del primo mondo. Ma ai singoli, giustamente, non importa nulla. Quella di Obama suonerà come una chiamata alla terra promessa. Come l’apertura delle porte del Paradiso. Così la prima stima 1,8 milioni diventerà presto ridicola per difetto. Tanto questa gente non passa da washington, ma da Lampedusa. E gli Usa possono, in qualunque momento, scoprirsi meno buoni e più pragmatici. Cosa che dovremmo fare anche noi, prima che sia troppo tardi. La soluzione è, in sostanza una sola.

Dire, in mondo visione, davanti a tutta la platea umanamente raggiungibile, che no, la porta non è aperta. No il Paradiso non a questa curva della strada. No noi non siamo il Bengodi. Si rivolgessero a Casa Obama per maggiori informazioni, noi qui continueremo a fare muro. Ogni altra soluzione sarebbe per noi suicida. Speriamo che se ne accorgano anche a Palazzo Chigi.

Luca Rampazzo

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