Milano 25 Settembre – Se il 2015 è stato l’anno che ha consacrato la ripresa del settore dei mutui, il 2016 sembra essere definitivamente quello che sancisce quella del settore dei finanziamenti. Secondo l’ultimo rapporto mensile di Crif, ad Agosto, complessivamente si è registrato un aumento, di poco inferiore ai 6 punti percentuali.
In realtà le tendenze tra prestiti personali e finalizzati sono state contrapposte, ed hanno giocati ruoli invertiti. Infatti, per quelli personali c’è stato un aumento record su base annua (da agosto 2015 ad oggi), che ha superato ampiamente il 14%, mentre i prestiti finalizzati (per lo stesso periodo) sono diminuiti di circa 1,4 punti percentuali. Quello che colpisce è soprattutto il calo di questi ultimi, dopo che per quasi due anni (per la precisione 22 mesi) è stato segnato un trend quasi costantemente positivo, ed infatti rispetto a gennaio di questo anno, il trend rimane positivo e superiore al 10%.
Secondo il Barometro Crif, inoltre, sull’importo medio (che prende in considerazione tanto i prestiti Unicredit e quelli delle altre banche tradizionali, che quelli delle banche online) che viene richiesto, sempre nel mese di Agosto, è di poco inferiore a 12 mila euro per i prestiti personali e di 5000 euro per quelli finalizzati. A livello di dati relativi però è interessante notare che, per quelli personali, su base annua, e cioè rispetto ad Agosto 2015, l’aumento della cifra è stato di un modesto +3%, mentre per quelli finalizzati la cifra per lo stesso periodo è cresciuta di 13,7 punti percentuali.
Comunque rimane la fascia inferiore ai 5000 euro quella più gettonata nelle richieste tanto per il prestito personale che per quello finalizzato, anche se per il primo si raggiunge a malapena la soglia del 50% del totale, mentre per i secondi si supera abbondantemente quella del 60%, il che è però spiegato anche dal fatto che questo tipo di finanziamento è ampiamente usato in via privilegiata per sostituire l’auto o la moto.
Infine, per quanto riguarda la durata, il rapporto di Crif fa emergere che gli italiani non vogliono più indebitarsi per periodi troppo lunghi, scegliendo, in entrambi i casi la durata massima di 5 anni. Quindi, se da una parte i bassi tassi e le frequenti promozioni hanno fatto tornare agli italiani la “voglia” di indebitarsi, non sono comunque disposti a rischiare troppo sulla durata, il che denota ancora paura per un futuro incerto.
Redazione Milano Post
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