Milano 27 Settembre – Questo articolo non contiene rivelazioni clamorose o argute teorie. Solo le parole di un Assessore ed il suo totale disinteresse per la banale aritmetica. Partiamo dalle parole di Majorino:
“Dal mese di ottobre 2013 fino a oggi Milano ha accolto 106 mila profughi, di cui 21mila bambini.
Fino al gennaio di quest’anno il 98% di loro erano transitanti, cioè in attesa di andare in altri Paesi; dal febbraio di quest’anno invece la situazione è cambiata e “siamo passati dal 2% all’80% di migranti richiedenti asilo”.
Ok, ci siamo. Abbiamo tutto. Il resto è pura fuffa in stile arancione. Numeri buttati là come fanno i prestigiatori con i lustrini, per confondere la platea. Dunque, formuliamo il problema: se in tre anni, di cui uno, il 2013, a bassa immigrazione, abbiamo avuto 100 mila immigrati, di cui secondo statistiche governative circa 80 mila clandestini, ma di questi se ne sono fermati solo il 2%, mentre invece nel 2016 il 98% si è fermato, nel triennio 2016-2018 quanti immigrati clandestini a spese della collettività dovremo mantenere?
Majorino non lo sa e non lo vuole sapere. Lui vuole un radicale cambio di passo. Io invece ipotizzo che supereremo abbondantemente i 100 mila immigrati, pseudo rifugiati e a spese nostre mantenuti. Parisi, giustamente, chiede un piano al Sindaco. Temo però pecchi di ottimismo. Per fare questi piani si devono, almeno, conoscere le quattro operazioni. Ed avere l’onestà intellettuale di farle quando serve. Majorino riesce, con incredibile acume, a fallire entrambi i requisiti. Ricordiamo che ogni giorno vengono salvati, in media, centinaia di esseri umani dal mare. Migliaia, nei giorni buoni. Certo, a breve avremo una pausa invernale. Ma l’anno prossimo? E quello dopo ancora? Il Tribunale di Milano è già intasato da ricorsi, non riuscirà mai a tenere il passo. La permanenza si allungherà. I numeri saliranno. E noi collasseremo.
Esiste una sola via d’uscita, ed è pretendere la prova assoluta della persecuzione. Oltre a portare avanti quanto proposto dal Governo, ovvero il divieto di appello contro il rigetto della domanda. Ovviamente non vedremo mai nessuna delle due. Ma tant’è. Alla sinistra va bene così. Majorino non è l’unico a non conoscere le tabelline da quelle parti.
Luca Rampazzo
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,