Milano 27 Settembre – Probabilmente, nella consapevolezza di avere poca memoria, Sala della legge sulla trasparenza se ne frega e non pubblica la sua dichiarazione dei redditi 2016. Idem per gli assessori compagni d’avventura. Ma a Roma, la sindaca Raggi fa il suo dovere, nonostante alcune cancellazioni sulle destinazione delle scelte volontarie e sull’età. E, stranamente, la diversità di comportamento non fa notizia. Franco Bechis nel suo blog L’imbeccata spiega “Un po’ in ritardo rispetto ai suoi colleghi, ma comunque in anticipo rispetto al suo numero due Daniele Frongia, la sindaca di Roma Virginia Raggi ha pubblicato proprio alla vigilia della kermesse grillina di Palermo i suoi redditi e le dichiarazioni patrimoniali. Così sappiamo che l’ultimo anno prima di diventare primo cittadino di Roma ha guadagnato complessivamente 24.763 euro lordi, e che di questi 9.638 euro venivano dalla sua attività da avvocato, dichiarata con il regime dei minimi….” Segue elenco dettagliato delle spese per la campagna elettorale e “Ha firmato per la destinazione dell’8 per mille Irpef, ma non è noto sapere se l’abbia devoluto alla Chiesa cattolica, ad altre religioni convenzionate o allo Stato. Stessa cosa per il 5 per mille Irpef (di solito destinato a una Onlus che è particolarmente cara): risulta una scelta, ma non è divulgata. Più clamoroso l’oscuramento di un’altra scelta che risulta fatta: quella della devoluzione a un partito o associazione politica della quota del 2 per mille Irpef. Il Movimento 5 stelle- si sa- rifiuta finanziamenti dello Stato alla politica come è a tutti gli effetti quello del 2 per mille. La Raggi dovrebbe saperlo e quindi non avere effettuato quella scelta. Ma allora a chi ha destinato quella somma? E soprattutto, perché ha voluto oscurare la sua scelta?” Osserva Bechis “Tutte domande che a Roma possiamo farci, perché sul sito del Comune in modo assai facile è a disposizione tutta la documentazione sulla trasparenza prevista dalla legge entro 90 giorni dalla proclamazione elettorale. Gira che ti rigira invece sul sito del Comune di Milano allegato alle schede del sindaco Giuseppe Sala e dei suoi assessori non c’è altro che la loro autobiografia in pillole scritta dai rispettivi uffici stampa. Nessuno ha ancora allegato la dichiarazione dei redditi 2016, quella sulle spese elettorali e la dichiarazione su incarichi e patrimonio prevista dalla normativa esistente. Ma non fa notizia…”
E chissà perché a Sala vengono perdonati sbagli ed omissioni.
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