Milano 1 Ottobre – Questa è una storia in apparenza banale. In una scuola crolla dell’intonaco, due bambini restano feriti, un terzo ha un malore. La scuola chiude. Era già stato segnalato il rischio, ma era basso. I soldi ci sono, i lavoratori sono programmati. Il sindaco non ha le mie idee, ma dal poco che ho letto mi sono fatto l’idea che sia una persona rispettabile. Questo deve portarci a leggere con attenzione la ricostruzione della sua difesa affidata a Repubblica:
Il piano dei lavori di ristrutturazione “partiranno al più presto”, fanno sapere dal Comune di Rho. Il sindaco Pietro Romano, dopo essere stato di persona sul posto, spiega che quanto accaduto era stato previsto da una perizia, “anche se non nell’imminente”. “Abbiamo sempre dato particolare attenzione al problema della sicurezza delle scuole – dice – proprio per questo avevamo commissionato, con un finanziamento del Miur, l’esecuzione di indagini diagnostiche al fine di accertare il rischio del distacco degli intonaci nelle scuole primarie e secondarie. L’esito della perizia, consegnataci a luglio, evidenziava situazioni di possibile distacco dell’intonaco a macchia di leopardo ed indicava varie tempistiche per gli interventi in base al rischio”.
Il sindaco spiega anche che cosa era stato fatto: “Ad agosto siamo intervenuti per eliminare le situazioni che la perizia indicava come ad alto rischio di distacco dell’intonaco. Per le altri, tra le quali quelle oggetto del crollo di oggi, avevamo già programmato i lavori nel rispetto di quanto indicato e soprattutto reperito le risorse necessarie spostando quelle già destinate ad altre opere che così sono passate in secondo piano. Questo proprio perché gli interventi nelle scuole hanno la priorità, soprattutto se si parla di sicurezza”.
La giunta del Comune di Rho, con delibera n.180 del 20 settembre del 2016, dice ancora il sindaco, “aveva già approvato il progetto tecnico stanziando la somma di 300mila euro proprio per eliminare tutte le situazioni di pericolo”. Secondo Romano, i lavori sarebbero partiti nel giro di quindici, venti giorni. La scuola non sarebbe stata chiusa, come invece accade ora, perché “si pensava di intervenire separatamente in ciascuna aula, senza dover così chiudere la scuola. Ma in considerazione dell’evento di oggi e per maggior precauzione, gli alunni verranno trasferiti alle Bonecchi in accordo con la dirigenza scolastica. Nel frattempo la scuola Manzoni resterà chiusa. Ad oggi abbiamo investito alcuni milioni di euro nelle scuole, sia per la loro sicurezza sia per renderle più funzionali e di certo continueremo a farlo”.
E questo, signori e signore, è il mostro. Sono certo che tu sia stato fatto a norma di legge. Per quanto si possa fare qualcosa a norma di legge in questo paese. Magari l’Anac troverà qualcosa da ridire, non ne ho idea. Io voglio pensare sia tutto vero e tutto giusto. E farvi pensare a questo: la burocrazia, ormai, ha preso tutto lo spazio della politica. Il sindaco, lo ripeto, una brava persona fino a prova contraria, non difende una scelta politica. Non difende una visione strategica. Non dice: avevo scuole che cadevano letteralmente a pezzi ed ho sistemato prima quelle. No. Invoca un principio acritico di sottomissione alla divinità burocratica. Detto in altri termini: si nasconde dietro dei fogli di carta, sperando che lo proteggano. Io non so se lo faranno. So che un sindaco che debba nascondersi dietro delle scartoffie e non delle idee è un sindaco inutile. E che questo sindaco, in particolare, sia stato reso inutile da una massa di norme che proliferano come alghe velenose. E, talvolta, uccidono.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,