Milano 4 Ottobre – Riferisce l’Ansa “Sull’idea di portare a Milano il ‘barcone della morte’, il relitto di un’imbarcazione naufragata al largo della Libia, per farlo diventare simbolo del dramma dei migranti, il sindaco di Milano Giuseppe Sala si è detto “favorevole”.
Sala, interpellato sulla questione all’inaugurazione del campo da basket Coca Cola a Milano, ha detto che sarebbe un’operazione “che ha molto senso, però anche costosa, se non si ha un piano per l’inserimento in un luogo che diventi un luogo di visita e di educazione. Sarebbe, però, un grandissimo messaggio: ci stiamo ragionando da un paio di mesi. Al momento la soluzione non l’abbiamo trovata, però a me piacerebbe”. E ci sta ragionando tutta la sinistra, da tempo, per parlare ai vivi di una tragedia che non deve ripetersi, per essere la “memoria” visibile di una strage dolorosa.
Ma dopo la pietas e la partecipazione emotiva al dramma, ci si chiede: perché a Milano, se è costosa? Perché ricordare solo i morti e non l’inefficienza e l’incapacità di un governo a gestire il fenomeno immigrazione?
Il barcone della morte è una vergogna e un’accusa altissima contro gli egoismi europei, contro l’inerzia dell’accoppiata Renzi-Alfano, contro il falso buonismo, contro chi vede il fenomeno migratorio come un obbligo ideologico di accogliere senza se e senza ma.
Contro, naturalmente i trafficanti degli uomini disperati, contro le guerre e gli assolutismi religiosi e di potere che annientano intere popolazioni.
Il barcone della morte non è solo un simbolo di una tragedia umana che non si deve ripetere, ma l’atto d’accusa più doloroso nei confronti di chi potrebbe, ma non trova soluzioni adeguate.
E Sala portando a Milano il relitto non creda di dare un monito forte a chi auspica che il flusso migratorio vada pianificato e gestito con il rigore necessario. Il che non esclude la sensibilità umana.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano