Milano 14 Ottobre – SARTO PER SIGNORA di Georges Feydeau con Emilio Solfrizzi fino al 30 ottobre al teatro Manzoni.
Scambi d’identità, sotterfugi, equivoci, amori segreti sono gli elementi base per questo divertente vaudeville. La commedia è ambientata a Parigi e narra del dottor Molineaux, fresco di matrimonio ma dai dubbi comportamenti coniugali. Il protagonista, avendo un animo libertino, tradisce la moglie con un’avvenente signora e per poterla incontrare senza destare alcun sospetto si finge sarto, creando una serie di simpatiche ed esilaranti gag che coinvolgono i protagonisti. Una comicità amplificata dal virtuosismo tecnico dell’autore capace di assommare colpi di scena comici ed equivoci con la precisione di un chirurgo. In “Sarto per signora” le incomprensioni, casuali e volute non mancano.
Feydeau prepara i testi secondo schemi geometrici in cui le uscite e le entrate, gli incontri impossibili, le false scoperte, i rimandi e le coincidenze, disegnano figure impeccabili. I suoi congegni comici si rivelavano strutture costruite per riempire il vuoto di valori di una società borghese fondata sull’apparenza. La follia catastrofica senza senso rivela sulla scena un crollo totale dei valori. L’attualità di questo commediografo francese sta nel fatto che il pubblico di oggi, rivedendo i suoi vaudevilles, non li considera come figli di un’epoca determinata, passata e superata, ma coglie in essi una relazione con il presente e con la società attuale. Nelle sue opere, dove la parabola degli equivoci porta quasi ad un’assurda comicità tragica, vi è la chiave per capire molto teatro contemporaneo, le logiche conseguenze, i contraltari, le appendici deliranti, i commenti, i corollari, in autori fra i più disparati come Cechov, Wedekind, Beckett, lonesco, e Brecht stesso (in “Nozze piccolo borghesi”).
In “Sarto per signora” c’è tutto l’estro e lo stile di Feydeau: la trama è basata sul classico triangolo adulterino: lui, lei, l’altro o l’altra, ma quello che non manca mai è la concentrazione di tutti i personaggi in un solo luogo, dove si incontrano quelli che non si sarebbero mai dovuti incontrare: mariti, mogli, amanti, amanti dei mariti, amanti delle mogli. La sua produzione di opere, tutte da ridere, è uno specchio deformato del suo tempo: la Bella Epoque, quel periodo privo di preoccupazioni che sfociò nella Grande Guerra. Al centro di molte opere di Feydeau c’è la coppia coniugale, in cui si consumano tradimenti, ipocrisie e malintesi. L’irresistibile comicità di Feydeau nasce dal dialogo serrato, dalle battute brevi e pungenti dei personaggi, dalle situazioni irreali che derivano da equivoci e malintesi. Anche in “Sarto per signora”, il bugiardo Dott. Moulineaux prima si giustifica con delle scuse con la moglie Yvonne per aver passato la notte fuori casa, poi cerca di tradirla con Susanna, la moglie del generale Aubin: le dà appuntamento in un dismesso atelier sartoriale che gli è stato affidato da un amico, Bassinet, per le sue scappatelle e, a causa di una porta che non si chiude, i due amanti vengono scoperti. A Moulineaux non rimane che fingersi sarto con conseguente inizio di una serie di episodi paradossali che sono portati avanti fino alle estreme conseguenze. Il meglio della commedia francese dopo Moliére: torna sulla scena la prima piéce di Georges Feydeau.
Feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30 Info: 02 7636901
Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.