Milano 17 Ottobre – I casi sono in drammatico aumento. Per fortuna, anche le denunce. Parliamo delle truffe agli anziani, un fenomeno molto variegato e che va analizzato nelle sue parti, per essere capito. Ad esempio, nella categoria rientrano sia le richieste di danaro per un figlio coinvolto in un incidente ed i due tecnici che entrano in casa e, mentre distraggono l’occupante, fanno razzia. È evidente che i due meccanismi sono molto differenti. E, al contrario di quanto si possa pensare, il primo non è il più difficile da evitare.
La prima domanda che verrebbe in mente a chiunque è: come mai ci sono così tanti falsi tecnici di luce e gas in giro? La risposta è che ci sono un sacco di società terze che curano la vendita dei prodotti di Enel, Eni e tutti i loro concorrenti (Sorgenia ecc.) e queste hanno scoperto il modo migliore di entrare in casa. Certo, ovviamente non tutti usano queste tecniche e la maggior parte di loro sono brave persone. Ma qualcuno ha aperto il vaso di pandora. I nostri anziani ricordano, e qualcuno vive ancora, un mondo in cui nessuno ti vendeva la luce, oltre allo Stato. Per trent’anni almeno lo Stato è stato monopolista. Quindi, se ti suonano alla porta e dicono che “sono dell’Enel” e “devono controllare il contatore” la gente apre. Non sottovalutiamo, peraltro, la questione citofono. Ad una certa età (per chi scrive dalla nascita, peraltro) l’udito si indebolisce. Si può non essere sordi, ma magari si capiscono due parole su tre. Quindi, recepite le informazioni essenziali (Enel, controllo, contatori) in molti non si formalizzano oltre. Primo errore da evitare. Si apre sempre e solo dopo essere certi di chi si ha alla porta. Anche qui, se chiedete ad un anziano, vi risponderà che fa sempre così, che discorsi. Ecco, l’orgoglio. L’orgoglio di essere indipendente, di non essere ancora decrepito, di potercela fare. L’Orgoglio, dice la Bibbia, precede la caduta. Una volta dentro la loro preparazione ha la meglio. Uno distrae l’anziano, l’altro svuota la casa dei preziosi. La battaglia si vince o si perde sulla soglia. Non si deve aprire se non si è sicuri. Se si pensa che possa essere importante, chiamare la polizia al numero unico 112. Sempre. Loro sanno cosa fare. Di solito, se i tecnici non sono tecnici, alla chiamata se ne andranno da soli.
La seconda categoria, quella dei truffatori veri e propri, è moralmente peggiore, ma più limitata nei numeri. Chiamano fingendo un incidente del figlio e chiedono soldi. O un arresto. O una cosa del genere. Quindi studiano la vittima, la scelgono. O sparano nel mucchio, ma il rischio in questo caso è davvero altro. Se vanno a caccia la miglior difesa è non essere vittime. Non dare confidenza a sconosciuti che fanno domande. Non sfogarsi per la strada dei propri problemi. Accusiamo spesso e molto i giovani per la mole di informazioni che lasciano sui social, ma molti anziani fanno di peggio in coda alla posta. Quella persona così distinta e così interessata rischia di avere un secondo fine. Ci avete pensato? In tempo di guerra giravano dei manifesti con scritto “taci, il nemico ti ascolta!”. La guerra è finita, ma il nemico è ancora qua. Non date confidenza, non date informazioni. Sentirsi soli è umano, ma ci sono enti, parrocchie, addirittura numeri telefonici, come il telefono amico, cui parlare. Non raccontate qualsiasi cosa a chiunque. Non siate vittime. Questi alcuni consigli, ma il più grande è per i non anziani. Non lasciateli soli. Passiamo tutti moltissimo tempo a fare cose meno utili. A volte del tutto inutili. Ecco, parlare con i nostri vecchi, finché ne abbiamo la possibilità, è un dovere morale. Non dovremmo sottrarci.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,