Sala: migranti negli ospedali dismessi, Gallera: non se ne parla

Milano

Milano 21 Ottobre – All’idea lanciata  dal Sindaco di Milano Giuseppe Sala, utilizzare caserme e ospedali dismessi per i profughi, ha risposto ieri il responsabile della sanità di Regione Lombardia.

“Sono francamente molto stupito per la proposta del sindaco Sala che evidenzia l’assoluta mancanza di strategia e di lucidità dell’amministrazione comunale di Milano sul tema della gestione dei profughi presenti a Milano e che rischiano di arrivare, in grandi numeri, anche nei prossimi mesi. La proposta di collocarli nelle strutture ospedaliere dismesse appare assolutamente strampalata, priva di ogni logica e addirittura destabilizzante e pericolosa da molteplici punti di vista”. Lo ha detto l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera, rispondendo alla proposta avanzata dal sindaco Giuseppe Sala di utilizzare gli ospedali dismessi di Garbagnate e San Gerardo di Monza come centri di accoglienza per i profughi.
“In primo luogo – ha spiegato l’assessore- le strutture ospedaliere dismesse non hanno i requisiti di sicurezza e agibilita’ e necessiterebbero di rilevanti risorse. Inoltre collocare in unico luogo centinaia di persone creerebbe giganteschi problemi di ordine pubblico e potenzialmente anche sanitari. Per questi motivi Regione Lombardia e’ assolutamente indisponibile a mettere a disposizione gli ospedali dismessi di propria proprieta’”.
“Per quanto riguarda l’ospedale dismesso di Garbagnate- di proprieta’ del Comune di Milano – ha continuato – diffidiamo assolutamente da compiere una decisione che rischia di essere devastante. Il ‘vecchio’ ospedale di Garbagnate e’ collocato letteralmente affianco al nuovo ed e’ ad esso collegato anche da passaggi sotterranei, quindi il rischio e’ quello di creare una ‘favelas’ accanto ad un luogo di sofferenza e cura con pericoli anche sanitari, oltre di incolumita’ delle strutture del nuovo presidio ospedaliero”.
“Spero vivamente – ha concluso Gallera- che l’improvvida uscita del sindaco Sala sia stata dettata esclusivamente dalla pressione psicologica dovuta al senso d’impotenza di fronte a queste continue ondate di arrivi non programmati e non coordinati e scaricati, da un Governo fallimentare, sulle sole spalle dell’amministrazione milanese. Il problema va affrontato e gestito sul tavolo del Ministero dell’Interno e non immaginando di stipare decine e centinaia di persone in stabili dismessi e non idonei”.

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