Milano 26 Ottobre – Alla storica segretaria di Bernardo Caprotti, Germana Chiodi, vanno 75 milioni di euro, ossia la metà dei risparmi del fondatore di Esselunga. Ai 5 nipoti dell’imprenditore, Fabrizio e Andrea (figli del fratello Claudio) e ai tre figli di Giuseppe Caprotti è destinata l’altra metà dei conti correnti e titoli di Bernardo, vale a dire 15 milioni a testa. Sono queste le cifre riferite da fonti vicine alla famiglia dopo che l’esecutore testamentario Stefano Tronconi ha verificato la consistenza dei risparmi.
I conti del fondatore di Esselunga
Sui conti del fondatore di Esselunga, presso Deutsche Bank e Credit Suisse, risultano quindi esserci 150 milioni di euro. Che la metà fosse destinata alla segretaria, diventata poi dirigente e già destinataria, tre anni fa, di una donazione di 10 milioni di euro, Bernardo Caprotti lo ha stabilito nel suo testamento. Alla donna, oggi 68enne, in pensione dal 2008 e presente ancora in azienda come consulente, il patron di Esselunga ha lasciato due quadri di valore e l’archivio aziendale. “Germana custodisce il ricchissimo archivio che narra anche le molte dolorose vicende familiari oltre che aziendali” recita il documento con le ultime volontà dell’imprenditore, dove viene citata la Chiodi: “A lei voglio esprimere la mia immensa gratitudine per lo straordinario aiuto che mi ha prestato nel corso degli anni”. Ora i 75 milioni verranno tassati all’8% (a tanto ammonta l’imposizione per chi non ha legami di parentela col defunto), mentre Andrea e Fabrizio Caprotti, figli di Claudio – che col fratello Bernardo condivise l’inizio dell’avventura imprenditoriale nei supermercati – vedranno i 30 milioni a loro destinati gravati da un’aliquota del 6%. Più leggero il fisco per i nipoti più giovani, i tre figli di Giuseppe Caprotti, parenti in linea diretta: per loro (45 milioni in tutto) l’imposta di successione si ferma al 4 per cento.
Stop dubbi e incertezze
Insomma, se c’erano dubbi e incertezze, ora la vicenda del testamento Caprotti è giunta al capolinea. Caprotti ha messo il destino di Esselunga nelle mani della seconda moglie e della figlia Marina. Questa la sua volontà, messa nero su bianco nel testamento. Intanto la holding Supermarkets Italiani ha detto stop alla vendita. “Il 70% circa delle azioni rappresentanti il capitale sociale di Supermarkets Italiani S.p.A”, la holding di controllo di Esselunga, “ha formato oggetto di donazione in vita a favore del coniuge Giuliana Albera Caprotti e della figlia Marina Caprotti, in via tra loro congiunta”, aveva precisato Tronconi. Ai figli di primo letto, Violetta e Giuseppe, è andato il restante 30% delle quote, nella misura del 15% a testa.
Il testamento
Lo stesso giorno dell’apertura del testamento, il cda di Supermarkets Italiani, la holding che controlla Esselunga, che ha deciso “di non dar corso, allo stato, ad operazioni relative alla controllata Esselunga”, un impero da 7,3 miliardi di euro di fatturato e 290 milioni di utile con un valore nell’ordine dei 6 miliardi per il quale erano arrivate proposte d’acquisto dai fondi Blackstone e Cvc, al vaglio dell’advisor Citigroup. La holding inoltre ha cooptato e nominato presidente Piergaetano Marchetti al posto del fondatore, una figura di garanzia come già il presidente della controllata Esselunga, Vincenzo Mariconda.
Il futuro dell’azienda
“Faremo di tutto per salvaguardare il gruppo” Esselunga era stato l’unico commento di Giuseppe Caprotti, figlio dell’imprenditore brianzolo. A lui, come alla sorella Violetta oltre alla partecipazione di minoranza in Supermarkets Italiani va il 22,5% a testa della Villata la società che possiede parte del patrimonio immobiliare di Esselunga. Il restante 50% va alla moglie e alla terza figlia. Nel testamento Caprotti non ha, come spiegato in incipit, dimenticato la fidata segretaria Germana Chiodi, alla quale negli anni passati aveva già fatto una donazione milionaria, le ha lasciato la metà dei suoi risparmi mentre l’altra metà andrà ai nipoti, i tre figli di Giuseppe e ad Andrea e Fabrizio, figli di Claudio, fratello del fondatore di Esselunga, suo socio agli inizi dell’avventura imprenditoriale nei supermercati.
L’impero Caprotti
Tornando all’impero diviso, la vedova Caprotti, Giuliana Albera, e la loro figlia, Marina Sylvia, hanno ricevuto in eredità il controllo di un gruppo valutato nel complesso quasi sei miliardi di euro. Posseduta dalla holding Supermakets Italiani, Esselunga, fondata da Caprotti nel 1957, detiene adesso il 9% circa delle vendite di supermercati e ipermercati italiani. Dal primo ‘negozio’ fondato in viale Regina a Milano, Esselunga è arrivata a detenere 152 punti vendita dislocati soprattutto nel nord e nel centro Italia (Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, fino al recente sbarco nel Lazio). Con quasi 22mila dipendenti, la società ha archiviato il 2015 con un fatturato di 7,3 miliardi di euro e un utile di 291 mln.
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