Milano 28 Ottobre – Gara di cicchetti di vodka, tequila con limone e sale, bottigliette di ecstasy MdMa e di Lsd (droghe psico-attive). Il trend micidiale del disagio giovanile, output ad una società che non dà risposte, non dà lavoro, non dà certezze. Tensioni accumulate in modo estremo, legate ad una forma di impotenza, alla perdita di speranze.
Comportamenti che mascherano il dolore di non essere ascoltati, valorizzati, un malessere sintomo di un disagio, come la febbre che segnala la malattia.
Ed è così che Alberto (nome di fantasia), un giovane studente di 16 anni, cade in coma etilico, vincendo la gara di cicchetto di vodka. Vince la gara e sfiora la morte. Gli amici lo abbandonano sulla strada. Una moto lo investe. Corsa in ospedale in codice rosso. L’inizio di un tunnel senza luce, dove non c’è alternanza tra il giorno e la notte. Un silenzio interrotto da rumori assordanti delle onde elettromagnetiche di bobine racchiuse nei cilindri bui di una risonanza magnetica. Lesione del midollo spinale con tetraplegia, perdita dell’uso degli arti, ….questo il verdetto.
“ Voglio continuare a correre “ il grido di Alberto, la risposta è il silenzio che domina sovrano, perché tutto è già stato detto.
I giovani assumono comportamenti trasgressivi per seguire riti e modelli standard del gruppo che portano alla ricerca, spesso fallita, di una dimensione di sé.
In discoteca, sul tavolo del privé, tanta frutta colorata e cestelli di champagne, bottiglie di vodka, lattine di Energy Drink e il cocktail è servito. “I combinati standard”, così li chiamano.
Il rito del cestello che va vuoto e ritorna sempre pieno con un ritmo cadenzato, per 4-5 cestelli fino all’alba.
L’alcool fa male, si sa, ma ancor di più ai giovani perché la quantità degli enzimi (responsabili della metabolizzazione) è circa la metà che negli adulti. Per metabolizzare un bicchiere di vino (125 ml a 12°) il fegato impiega 2-3 ore. Normalmente il fegato metabolizza circa 6 grammi di alcool in un’ora, la quantità eccedente circola immodificata nell’organismo determinando l’alcolemia (presenza di alcool nel sangue), responsabile degli incidenti stradali spesso mortali. Maggiore è il consumo, maggiore è il rischio, maggiore è il danno . Intanto si continua a ballare per sballare, perdendo la sensazione della soglia di “affaticamento” di quel limite fisiologico che si chiama fatica. Il cuore in una serata di sballo si trova a pompare ad una intensità 4-5 volte maggiore rispetto alle condizioni a riposo, col rischio di aritmie cardiache, ma l’adolescente trasgredisce ogni regola pur di appartenere al gruppo, per non sentirsi emarginato, sballando fino all’alba. E’ una sfida da vincere a tutti i costi e allora si fa ricorso alle bottigliette di MdMa, in gergo “morbidone” perché bevi, sballi, e tutto intorno a te diviene morbido.
Giovani che diventano alieni con sorrisi vuoti, inebetiti da quei minuscoli cristalli da sciogliere in acqua. Droghe del divertimento, droghe terribili, contengono veleno per topi, piombo che si deposita nei reni avvelenando lentamente, poi tutto finisce con il muro della depressione, degli effetti psicotici acuti che portano dallo psichiatra per anni. Intanto fuori l’ambulanza aspetta, perché qualche altro cadrà come Alberto, Alberto che ancora sogna di correre, una parabola che diviene un monito, una preghiera per i giovani che amano sfidare la grande bellezza della vita.
Matilde Sardiello
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