Milano 4 Novembre – Ad Annone Brianza, in provincia di Lecco, i privati fanno una cosa sconosciuta a alcuni: producono ricchezza, in silenzio, a colpi di efficienza. Non conoscono assistenzialismo, non si lamentano per guai che capitano loro, vengono chiamati evasori e pagano quasi il 70 per cento di ciò che guadagnano in tasse che, grazie al residuo fiscale, finiscono in altre regioni. Annone Brianza fa parte di quella cosa detta anche “locomotiva d’Italia”, la Lombardia. Ovvero quella Regione che insieme a Veneto ed Emilia in pratica fa sola buona parte del Pil nostrano. Ad Annone Brianza succede anche che un cavalcavia venga giù, perché quando ci si accorge che sta per cedere invece di chiuderlo ci si faxano ordini per burocrati. Quindi, succede, che ad Annone un uomo muoia sotto un cavalcavia su cui passava un tir che si presume non dovesse essere lì. E succede, in quella terra di ricchezza ed efficienza, che si scopra altri venticinque, venticinque signori, cavalcavia sarebbero a rischio. E che quindi, nonostante i milioni che i lombardi versano (il tax freedom day, ovvero il giorno in cui si smette di lavorare per il socio occulto che è lo Stato e si incassa quel che si guadagna, cade in media tra giugno e agosto a seconda della categoria di cui parliamo) i loro cavalcavia rischiano di cadergli in testa.
Quindi, dopo una tragedia che poteva e doveva essere evitata, si lavora per non fare altre vittime. Inutile dire che andava fatto prima e meglio. E rimane tangibile la sensazione della Lombardia a due velocità, che poi è lo Stato a due velocità: quella del privato, che mette pezze dove i servizi non arrivano, dove i governi lasciano buchi, dove l’inefficienza ammazza la loro competitività; e il pubblico che non è in grado neppure di garantire la sicurezza minima. Non solo l’impedir il crollo ma il chiudere la strada prima che ci fossero una vedova e un’orfana in più. Eccola la fotografia del Belpaese, che raccogli e scatti anche nella “locomotiva d’Italia”. (L’Intraprendente)
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