Milano 5 Novembre – Prendi i soldi e scappa. Un grande classico della delinquenza di strada. Prendi il marchio e delocalizza. Un grande classico di quest’epoca di decadenza Italiana. Stiamo svendendo patrimoni costruiti in generazioni, talvolta in secoli, di impegno e straordinaria dedizione. Questo è sempre un problema, ma nel mondo del Made in Italy è letale. Ad Inveruno, ad esempio, abbiamo il caso di una Società Spagnola, la Deoleo, che compra tre marchi storici, tra cui la Carapelli. Dopo l’acquisto decide che la produzione, qui nel Milanese, non rende più abbastanza. Per cui saluta tutti e prende cappello, lasciando in mezzo ad una strada 98 famiglie. Questo, a scanso di equivoci, non è libero mercato. Questo è un abuso.
Prima di tutto si abusa delle protezioni che l’Unione Europea garantisce. Io personalmente mi sono battuto per evitare l’inondazione del mercato da parte di olii stranieri. Ancora oggi facciamo entrare concorrenti con il contagocce. Questo deve aver dato strane idee ai dirigenti della Deoleo ed io voglio aiutarli a chiarirsele: non lo abbiamo fatto perché potessero arricchirsi alle spalle di chi produce. Lo abbiamo fatto per consentire loro di non sparire e non perire contro competitor che poteva avvantaggiarsi di condizioni di partenza troppo vantaggiose. Così come, quando abbiamo aperto il mercato del lavoro nell’Unione, non pensavamo ad un dumping salariale ed ad una concorrenza fiscale selvaggia. Non volevamo una Jungla. Ma tutto questo, per quanto grave, è secondario rispetto ad un ben più rilevante problema: se compro Carapelli voglio comprare Italiano. Non Spagnolo.
Questa è una grave colpa, su cui interrogherò la Commissione: è possibile che l’Unione non riesca a tutelare i cittadini da queste operazioni? Comprare Italiano è una scelta non solo di qualità, ma anche sociale. Si vogliono aiutare i coraggiosi che resistono e danno lavoro ai nostri concittadini. Se consentiamo manovre come quelle della Deoleo lasceremo in balia di pubblicità ingannevoli milioni di consumatori, convinti di acquistare un valore aggiunto che non c’è. Negli scorsi anni la difesa del Made in Italy non ha prodotto i risultati che volevamo. Ed è ora di affermare il principio che i venti miliardi che ogni anno diamo all’Europa hanno un prezzo. Cioè la protezione di marchi e cittadini da questi provvedimenti. Altrimenti andassero a farseli dare dalla Deoleo, noi dobbiamo pensare, prima di tutto, ai lavoratori ed alle loro famiglie.
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On. Stefano Maullu, europarlamentare-Forza Italia
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