Milano 13 Novembre – E fu così che il Presidente del Municipio 2 di Milano aprì la lista di proscrizione per i Cristiani Milanesi. Sì, non per tutti. Solo quelli che pregano in luoghi che non rispettano la legge Regionale Lombarda sui luoghi di culto, naturalmente. Ok, è un segno di onestà intellettuale del Presidente Piscina, includere anche protestanti ed ortodossi copti nel suo elenco. Non lo si vuol certo accusare di non aver fatto il suo dovere. Anzi. È solo che forse dovremmo domandarci se, quella legge, abbia senso che sia applicata interamente, oppure, raggiunto lo scopo per cui era nata, cioè impedire la costruzione della rete di Moschee Milanesi senza regole, possiamo tranquillamente ignorare tutto il resto. Per esigenze di giustizia. Sì, so anche io che se avesse segnalato solo le moschee avrebbe probabilmente commesso dei reati. Non è che mi sfugga. Così come non mi sfugge che questa pratica non ha alcuna utilità pratica. Il Comune se ne fregherà come se ne è fregato sinora. Quello che voglio discutere è se, alla fine dei conti, questo eccesso di zelo abbia davvero senso. Stiamo parlando di gruppi religiosi che non destano preoccupazione, non hanno storie di violenza alle spalle e, mi sia permesso, non destano quelle preoccupazioni sulla sicurezza che il Presidente paventa. Sono solo dei fedeli. E delle vittime dell’ipocrisia. E di una visione del governo che non ha alcun senso. Un passo indietro. La legge è uno strumento importante e potente di governo. Ma è generale ed astratta. Non distingue e non discerne.
Quindi, andrebbe usata con perizia. Ed applicata con discernimento. A meno di non volerla buttare in caciara, ovviamente. Altrimenti qualcuno dovrebbe spiegarne cosa ne verrebbe ai cittadini di cacciare i copti ortodossi da via Gluck. Ovviamente, se l’obiettivo è colpire la congregazione religiosa e non la provenienza etnica, sia chiaro. Ma io voglio credere a Piscina e pensare stia agendo in perfetta buona fede. Però, ripeto, il dubbio rimane. Chiudere le chiese è una cosa che altri hanno fatto e fanno. E non mi pare un modello da seguire. A prescindere da quello che qualsiasi legge umana possa dire.
i seguito, un primo elenco dei “luoghi di culto irregolari”:
– Moschea Bangladesh Cultural &Welfare association di via Cavalcanti 8;
– moschea di via San Mamete 76;
– moschea dell’associazione culturale Al Nur di via Carissimi 19;
– moschea Casa della Cultura islamica, Via Padova, 144;
– moschea Alleanza islamica d’Italia di viale Monza 50;
– moschea di via Arbe 93.
A queste aggiunge anche:
– la chiesa evangelica di via Teocrito 45;
– la chiesa cristiano copta di via Gluck 46;
– la chiesa evangelica cinese di via Antonio Fortunato Stella 2;
– la chiesa Unita Pentecostale Internazionale di via Carta 21;
– chiesa cristiana evangelica delle Assemblee di Dio in Italia di via Matteo Maria Boiardo, 10;
– la missione Evangelica Maranata D’Itália nella via Privata Pericle, 9.
Dura la presa di posizione spiegata in un consiglio di zona straordinario al quale è stata invitata anche l’assessora alla Sicurezza del Comune, Carmela Rozza: “Il Municipio 2 negli ultimi cinque anni è stato totalmente dimenticato sotto il profilo della sicurezza. I problemi sono conosciuti ormai da anni, ma l’amministrazione comunale nel recente passato non è mai intervenuta per tutelare i cittadini che, specialmente in quartieri quali ad esempio via Padova e stazione Centrale, hanno paura di uscire di casa, anche per la presenza dell’hub profughi di via Sammartini. Per tale motivo ci sembra fondamentale mettere telecamere e riportare sia l’esercito, sia le forze dell’ordine e la polizia locale nelle strade delle periferie, dove sussistono i veri problemi. Importantissimo è in primis trasferire il comando zonale della Polizia locale all’interno del territorio del Municipio 2, dove ci sono i veri problemi dei cittadini, cercando possibilmente una sede lungo l’asse di via Padova”. Che notoriamente è la strada simbolo della Milano multirazziale.
Luca Rampazzo
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,