Milano 18 Novembre – Da chi ha inventato il primo caviale vegano a chi trasforma uno scarto aziendale in biocosmetica antispreco a base di prodotti dell’orto fino a chi ha creato il primo tessuto sostenibile realizzato dalle arance. Sono queste solo alcune delle innovazioni green che dimostrano lo spirito imprenditoriale dei giovani agricoltori che sfidano la crisi presentate al concorso “Oscar Green” 2016, il premio per la creatività d’impresa dei Giovani della Coldiretti.
Tra le novità di quest’anno, dunque, c’è l’esperienza imprenditoriale di Andrea Passanisi che in Sicilia ha inventato il primo caviale vegano interamente ricavato da un frutto simile al cetriolo, il ‘finger lime’, che contiene piccole perle trasparenti dal sapore forte, aspro e piccante che ricordano il limone.
All’origine dell’dea di Roberto ed Elvira di produrre biocosmetici antispreco in Toscana invece c’è un progetto che è stato realizzato insieme all’università di Caserta alla quale sono stati consegnati gli scarti del loro orto. Gli studiosi seguendo le tabelle ufficiali della farmacopea ne hanno ricavato creme per il corpo, maschere per il viso e saponi, tutti prodotti non citotossici e rigorosamente biologici.
Il tessuto sostenibile realizzato dagli scarti di arance invece è l’idea ‘da Oscar’ di Adriana Santonocito. Tutto nasce dalla sua tesi di laurea che pian piano diventa un progetto di ricerca e quindi una start up e che oggi è un business e una scommessa di futuro. Il progetto è sviluppato insieme al Politecnico di Milano che realizza il brevetto che permette di produrre l’Orange fiber, cellulosa estratta dagli scarti di arance in grado di diventare un vero e proprio tessuto agli agrumi.
Tra i finalisti da Oscar della Coldiretti è anche l’idea di un gruppo di agricoltori, tutti under 30, che hanno recuperato degli antichi gelseti per dedicarsi alla produzione in chiave moderna del filato, la seta che viene poi tinta con prodotti naturali dal papavero alla ginestra fino alla cipolla di tropea.
C’è poi l’architetto, Francesco Lipari che si è messo a lavoro insieme al Comune di Siracusa e a Campagna Amica per dar vita ad un orto giardino interattivo, un paesaggio sonoro che cambia insieme al clima esterno e a quello interno dell’animo umano. Il battito cardiaco della persona che si avvicina alle realizzazioni naturali di quest’orto canterino è in grado di influenzarne la melodia.
Da Treviso arriva la birra biodinamica al radicchio di Treviso, una birra stagionale, che viene prodotta una volta l’anno, seguendo non solo tutto il percorso del radicchio rosso di Treviso che ha un protocollo molto rigoroso ma anche un vero e proprio disciplinare biodinamico che comporta una serie di operazioni, compiute a partire dal campo e fino alla trasformazione, seguendo il calendario astronomico.
C’è poi la scoperta dell’università di Napoli che ha reso protagonista la mela annurca campana Igp in campo medico grazie al Consorzio. Trasformata infatti in capsule, di cui ognuna contiene il valore di 3 mele, la mela annurca ha un risultato simile alle statine, riduce il colesterolo cattivo e aumenta quello buono.
Ma la Coldiretti segnala anche la seta made in Italy dal baco all’atelier per abiti green ed anallergici ideata in Calabria da Domenico Vivino, l’olio di nocciola elisir di lunga vita grazie agli esclusivi grassi polinsaturi Omega 3 e Omega 6 prodotto in Veneto da Simone Serafin, il vino dai grappoli ghiacciati della marchigiana Marika Socci, la stalla hi tech di Elena Lazzarini in Lombardia, le bambole e le bomboniere green realizzate in Puglia da Rosa e Paola Tortorelli, il recupero e la valorizzazione di un antico unguento come l’oleolito di Iperico realizzate dalla Cooperativa sociale agricola di Antonio Lellici Terre Altre in Trentino.
E ancora: la clementina snack di Francesco Rizzo in Calabria, il primo kit dell’agripasticcere creato da Mariangela Stoppini in Umbria, il ketchup nostrano di Bernardino Nardelli, che dalla Puglia ha conquistato l’America, la prima radio contadina che trasmette dalla cima di un albero di Gaetano Carboni che in Abruzzo sono artefici di una rigenerazione rurale e l’ospedale dove si mangia a km0 di Giuseppe Candela a Salerno. (Adnkronos)
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