Milano 21 Novembre – Il 20 novembre si è celebrato come ogni anno l’anniversario della Convenzione Onu sui diritti del fanciullo e la Giornata internazionale dell’infanzia. Nelle piazze italiane le principali organizzazioni, da Unicef a Telefono azzurro, ce lo hanno ricordato . Ma poi, il resto dell’anno, dei più piccoli ce ne dimentichiamo. Sapete quanto spende l’Italia per i bambini? Neanche 400 euro ciascuno all’anno. Lo 0,2% del Pil.
I calcoli li ha fatti il Garante per l’infanzia, quello che – giusto per rendere l’idea dell’attenzione per i bambini – era “scaduto” a novembre 2015, poi è stato prorogato fino a gennaio 2016 e alla fine è stato nominato solo a marzo 2016 nella figura di Filomena Albano, giudice del tribunale di Roma. Ora, secondo i conti fatti dall’Authority nel rapporto Disordiniamo!, la spesa per infanzia e adolescenza in Italia è pari a 45,6 miliardi nel 2015. Di questa cifra, però, più del 90% va nella spesa per il personale iscritta al bilancio del ministero dell’Istruzione. Se invece consideriamo la spesa al netto dei costi del personale, la spesa diretta ammonta a circa 4 miliardi di euro (+5% rispetto al 2014). Frammentata tra diversi ministeri, dalle Politiche sociali a quello della Salute, dalla Giustizia allo Sviluppo economico.
Se si prende come riferimento il bilancio del 2014, viene fuori che lo Stato sborsa ogni anno solo 398 euro per bambino o adolescente residente sul territorio nazionale. Equivalente a circa lo 0,2% del Pil. Di cui quasi la metà va in istruzione. E il 70% in trasferimenti dalle amministrazioni centrali verso altre amministrazioni, e non direttamente alle famiglie e ai figli.
Mentre 1 milione 131mila bambini vivono in condizione di povertà assoluta, il Fondo nazionale per l’infanzia e l’adolescenza si assottiglia nel tempo
Intanto, mentre 1 milione 131mila bambini vivono in condizione di povertà assoluta, il Fondo nazionale per l’infanzia e l’adolescenza si assottiglia nel tempo, passando da una dotazione di circa 40 milioni del 2012 ai 28,7 milioni del 2015. Stesso destino per le risorse destinate ai nidi nel Fondo per le politiche per la famiglia: 40 milioni ripartiti tra le Regioni nel 2012, nel 2013 sono stati azzerati, e dal 2014 ammontano a soli 5 milioni.
E se abbiamo finalmente un nuovo Garante nazionale per l’infanzia, solo 16 regioni hanno nominato la stessa figura a livello regionale. Le altre, nonostante abbiano le leggi per farlo, se ne sono dimenticate.
Per il nuovo Piano nazionale infanzia, invece, abbiamo dovuto attendere più di un anno tra il via libera dell’Osservatorio e l’approvazione del consiglio dei ministri del 10 agosto 2016. L’ultimo piano risaliva al 2011.
Di tanto in tanto, dopo i fatti di cronaca, ci ricordiamo delle emergenze. I casi di abuso sessuale e pedofilia gestiti da Telefono Azzurro nel 2015 sono aumentati dal 3,4 al 5 per cento. Quattro al giorno. Mentre le segnalazioni della scomparsa di minori stranieri non accompagnati aumentano vertiginosamente: secondo l’Europol, almeno 10mila bambini emigrati da soli sono scomparsi nel nulla, di cui la metà hanno fatto perdere le loro tracce mentre si trovavano in Italia.
Nella riforma della giustizia è prevista pure la sostituzione dei tribunali per i minorenni, fiore all’occhiello dell’Italia, con sezioni specializzate nei tribunali ordinari
. E nella riforma della giustizia è prevista pure la sostituzione dei tribunali per i minorenni, fiore all’occhiello dell’Italia, con sezioni specializzate nei tribunali ordinari.
«L’Italia è sempre stato un Paese virtuoso sul piano del riconoscimento dei diritti dell’infanzia, con una bella tradizione di tutela delle persone di minore età, vulnerabili e indifese», ha scritto il Garante Filomena Albano in occasione della ricorrenza del 20 novembre. «Di recente, tuttavia, anche il nostro Paese sta rischiando di fare passi indietro sul fronte della attuazione dei diritti». E se lo dice il Garante…
Lidia Baratta (Linkiesta)
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