Milano 21 Novembre – L’amore scalda il cuore, ma anche il cervello. E se il bebè è in armonia con mamma e papà impara meglio. Parola di scienziati. Un team di ricercatori della Cambridge University sta lavorando a un progetto di scansione cerebrale sui bambini e proprio da queste analisi è emerso che i piccoli hanno bisogno di sentirsi sicuri, protetti e amati perché le connessioni nel cervello si formino adeguatamente consentendo loro di apprendere in modo efficace. Se le loro onde cerebrali sono in sintonia con i genitori, i rampolli hanno una marcia in più. E i comportamenti che l’amore produce risultano essere positivi per l’apprendimento.
Per un neonato il mondo è un vortice di immagini e suoni, un sovraccarico di informazioni, che viene gradualmente messo a fuoco. I bambini imparano presto a riconoscere i volti e le voci, poi nei mesi successivi a muoversi, capire la lingua e dare un senso a ciò che li circonda. È il momento cruciale in cui si formano le connessioni importanti nel cervello. Per capirne di più i ricercatori del ‘baby lab’ dell’ateneo britannico hanno sottoposto a scansione sia il cervello dei bebè sia quello delle loro mamme mentre interagiscono in attività di apprendimento.
Quello che hanno osservato, dalle prime indicazioni emerse dall’analisi, è che quando le onde cerebrali di mamma e figlio sono fuori sincrono, i bambini imparano meno bene. Mentre quando le due serie di onde cerebrali sono in sintonia sembrano imparare più efficacemente. E questa alchimia, spiega la scienziata sta guidando la ricerca, Victoria Leong, citata dalla Bbc online, funziona soprattutto quando le mamme parlano ai loro piccoli con una voce cantilenante e rassicurante.
Una sorta di linguaggio in codice che l’esperta ha battezzato motherese e che in italiano potrebbe tradursi in mammese. Il lavoro dell’esperta mostra che le filastrocche sono un modo particolarmente efficace con cui le mamme riescono a entrare in sintonia con i loro bambini. «Anche se suona strano per noi, ai bambini piace molto ascoltare il motherese anche più di un discorso da adulti – spiega – La mamma riesce a ottenere l’attenzione del bebè e il suo discorso suona più chiaro. Più il piccolo sente» questa cantilena materna «migliore è lo sviluppo del linguaggio. Il cervello del bambino è impostato per rispondere al motherese, è per questo che è un veicolo così efficace per insegnare nuove informazioni». Non solo: secondo gli studi condotti dalla squadra di Leong, i bambini rispondono meglio anche quando c’è prolungato contatto con gli occhi.
Le mamme che hanno sussurrato le loro dolci neni cercando con lo sguardo gli occhi dei propri bimbi, hanno catalizzato meglio l’attenzione rispetto alle mamme che guardavano altrove, anche occasionalmente. Dovrebbero dunque preoccuparsi i genitori multitasking costretti a dividersi fra la cura dei piccoli e il telefono o le email di lavoro? «No – rassicura Leong – la maggior parte fa un ottimo lavoro. Lo sviluppo del cervello è influenzato solo in casi estremi di negligenza e mancanza di attenzione». Sebbene le scoperte di Leong siano consolidate in un filone di studi comportamentali precedenti, i lavoro del team punta a qualcosa di nuovo: capire ciò che accade all’interno del cervello quando i bambini stanno ricevendo un’attenzione di qualità. «Il mio lavoro – chiarisce – è comprendere le basi neurologiche di questi effetti». (Il Tempo)
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845