Milano 23 Novembre – In data 15 Novembre 2016, a Milano presso il Cam Garibaldi in Corso Garibaldi 27, si è svolto il dibattito “DALLE POSTE E DAI RADIO TELEGRAFI ALLE NUOVE FRONTIERE DELLA COMUNICAZIONE: < Fattore di democrazia e di libertà? >” promosso dal Segretario dell’associazione culturale milanese “Artisti e Patriottica” e Vice Presidente della Fondazione Aurelio Beltrami Giampaolo BERNI
A rompere il ghiaccio proprio Giampaolo Berni introducendo il dibattito con un breve excursus sull’illustre storia della patriottica a Milano. L’Associazione ARTISTI E PATRIOTTICA trova le sue origini nel XVIII secolo. Nata, con diploma dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, il 2 dicembre 1776, ha avuto tra i suoi fondatori nomi illustri della vita meneghina come Giuseppe Parini, Alessandro Volta, Pietro Verri e Cesare Beccaria.
Tra i suoi soci, nell’ 800, può annoverare i più attivi promotori dei moti risorgimentali ed anche può dire di essere proprietaria, attualmente custodita al museo del Risorgimento, del tricolore che sventolò sulla madonnina durante le cinque giornate di Milano.
Non ha fini di lucro ed è apolitica. Nasce come risposta alle numerose sollecitazioni di quanti auspicano da tempo una mobilitazione ed un impegno da parte della società civile per il progresso e il miglioramento della qualità della vita di Milano, della Lombardia e del Paese.
A coordinare gli interventi il Consigliere comunale Fabrizio De Pasquale, nel ruolo di moderatore. Ad intervenire al dibattito lo stesso Giampaolo Berni, Guglielmo Giovanelli Marconi, Stefano Vendramini, Ruben Razzante e Alessandro Cecchi Paone.
Una scaletta di interventi che dalla nascita della radio, passando gradualmente per l’importanza attuale del digitale, giunge fino ai giorni nostri in cui temi come la regolamentazione delle informazioni in rete e il gap informatico rispetto al resto d’Europa sono altamente dibattuti.
Nipote del celebre inventore della radio, Guglielmo Marconi, Guglielmo Giovanelli Marconi, racconta la storia dell’innovazione che inventò il nonno Marconi omaggiando l’Italia “…paese di spicco per innovazione” e ricordando l’importanza e l’operato della Fondazione Marconi.
Continua Giampaolo Berni, Vice Presidente della Fondazione Beltrami, narrandoci la storia dell’ing. Aurelio Beltrami, lo studioso che diede impulso all’ applicazione in Italia delle invenzioni di Guglielmo Marconi.
Infatti l’Ing. Aurelio Beltrami già nel lontano 1919 fondò l’Istituto Radiotecnico a Milano destinato a formare i tecnici di questo settore allora del tutto nuovo. Berni ricorda l’esperienza del fondatore Aurelio Beltrami e l’attività della Fondazione a lui intitolata che destina tutto il suo bilancio per sostenere il collegio Ghisleri di Pavia e destina delle borse di studio ai suoi studenti migliori. Questo perché, ci ricorda, l’Ing. Beltrami ha dato un importante contributo alla ricerca nel campo delle telecomunicazioni e con il suo Istituto Radiotecnico ha formato migliaia di tecnici in questo settore. Giampaolo Berni, conclude dandoci i dati dell’impegno della Fondazione Aurelio Beltrami che, dalla sua nascita negli anni ’70 del secolo scorso ad oggi, ha messo a disposizione oltre 750.000 Euro per le borse di studio e oltre 1.050.000 per il Collegio Ghislieri .
Rivoluzione digitale, pro e contro quest’ultima sono invece i temi centrali dell’ intervento di Stefano Vendramini, direttore commerciale di Boroso.com. A chiusura del suo discorso Vendramini ci ricorda quanto i Colossal della Silincon valley siano stati determinanti per i cambiamenti politico sociali attuali; basti pensare al ruolo dei social media nella Primavera Araba o alla recente elezione americana di Trump. La rete, presentata come spazio di libertà suprema, dà la possibilità di immettere una quantità notevole di contenuti e di intervenire su contenuti già esistenti; aspetto assente invece nei media tradizionali come la televisione di fronte alla quale l’ascoltare ha sempre avuto un ruolo essenzialmente passivo. La paura di ciò che può trovarsi in rete sul proprio conto, lo scatenarsi degli “haters” e il desiderio di porre un freno ad uno spazio ormai avvertito come “selvaggio” sono i presupposti dell’intervento di Ruben Razzante, docente di diritto dell’informazione all’università Cattolica del Sacro Cuore.
Razzante ci ricorda come, nonostante l’esistenza di alcune sentenze utili a disciplinare la rete, non si possano applicare ad essa le leggi dei media tradizionali. Per questo, pur essendo il diritto parzialmente in grado “di porre degli argini all’anarchia insita in rete..”, un “dosaggio” più coscenzioso e una selezione più accurata di ciò che si pubblica sarebbe l’antidoto contro inconvenienti spesso spiacevoli come la cronaca ci testimonia.
Continua il professore Ruben Razzante, parlandoci della più recente giurisprudenza in tema di diritto all’oblio su intenet, della privacy online e delle nuove fattispecie di reato dell’ingiuria e della diffamazione online.
A chiudere il dibattito Cecchi Paone, noto giornalista e conduttore televisivo, che si concentra, invece, nel sottolineare quanto effetivamente con la rete si sia raggiunto il privilegio di poter esprimersi liberamente; in altri contesti, tuttavia questo privilegio viene ancora negato, poichè vi è un uso fortemente controllato della rete come in Russia, Cina e Turchia. I social media, constata, “ sono neutri e non progressiti..” come spesso invece si sostiene; non a caso “Obama li ha utilizzati e ha vinto, Trump ha fatto lo stesso e ha vinto!”. Chiude sostenendo fermamente quanto l’Italia, nonostante l’onda globalizzante che travolge ormai gran parte delle nazioni, non abbia investito e continua a non investire in quelle che Clinton in un suo celebre discorso chiamò “autostrade informatiche”. “Questo è uno dei grandi gap della nostra economia!” conclude.
Sara Disclafani
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