Milano 1 Dicembre – Cacciato dalle strade di Sanremo, dove con il suono melodioso del suo violino incantava i passanti ma non gli intransigenti vigili, e acclamato trionfalmente dal pubblico della Scala di Milano, dove si è esibito per sette rappresentazioni di “Porgy ad Bess”, l’opera di Gershwin. E’ la storia, per alcuni versi incredibile, di Davide Laura, violinista 29enne originario di Milano – diplomato al Conservatorio – che ora sogno l’America. Il giovane musicista non vuole però sollevare polveroni inutili, ed infatti non è stato lui a riferire del suo allontanamento quasi forzato dalle via della città della musica. A gridare allo scandalo sono stati i suoi tanti fan che, attraverso i social, lo hanno difeso a spada tratta da quella che ritengono esser una ingiustizia.
Il fatto risale allo scorso 6 gennaio
Il musicista, come spesso faceva, ha preso il proprio violino e si è piazzato lungo una via, la strada del resto è il miglior palo del mondo e il pubblico risulta esser anche il più critico. Si trovava in via Matteotti e i tanti passanti hanno applaudito la sua performance. Tutti tranne uno, probabilmente un negoziante o un residente infastidito da quel suono. E così il misterioso “cuore di pietra”, la cui anima è rimasta inerte persino al suono di quel violino, ha alzato la cornetta del telefono e ha chiamato la polizia municipale che, costretta ad intervenire, ha invitato Laura a deporre quello strumento nella custodia…
Vigili costretti ad intervenire a seguito di una chiamata
“Sono arrivati due agenti, erano imbarazzati – ha raccontato, volendo in qualche modo giustificarli -. Me ne sono andato subito senza protestare e senza voler sapere da chi fosse arrivata la protesta. Poi, a mia insaputa, ha raccontato l’episodio su Facebook. Il giorno dopo sono partito per Chicago e soltanto all’arrivo mi sono reso conto del clamore suscitato. Mi hanno fatto piacere i tanti attestati di stima”. Da quel giorno sono trascorsi ormai mesi – ben otto – e il musicista di strada ha fatto molta più “strada” di quanta il suo insoddisfatto ascoltatore potesse pensare.
E ora viene acclamato alla Scala di Milano
“Avevo inviato il curriculum alla Scala spinto da mio padre (Massimo), chitarrista e primo maestro (che ha suonato per tanti anni nello stesso teatro, ndr), ma le speranze erano poche. Poi, a ridosso della prima di ‘Porgy ad Bess’ è arrivata la chiamata”. Doveva suonare il banjo… “Provengo da una formazione classica – spiega il ragazzo che è un polistrumentista -. Suono cordofoni a pizzico e ad arco, strumenti anche strani. Alla Scana avevo già messo piede nel 2008, con la tambura”.
Sogno gli Usa ma non lascerà mai la strada
Lui però sogna gli Stati Uniti, un paese multiculturale dove vi è “una competizione positiva, che stimola la creatività”. Ma questo, e ci tiene a sottolinearlo, non significa che intenda rinunciare alla strada. “E’ un grande palcoscenico, mi fa bene, malgrado i rischi. Quando non sono impegnato in concerti mi piace confrontarmi con un pubblico occasionale”. Sia chiaro, lui paga la Siae anche per questi concerti improvvisati. L’amministrazione comunale di Sanremo, quasi a volersi fare perdonare per quell’azione infelice ma dovuta, gli ha proposto di esibirsi negli eventi collaterali del Festival 2017. Del resto, evidenziano quasi coralmente il sindaco Alberto Biancheri e l’assessora Daniela Cassini: “è una eccellenza musicale”. (Tiscali.it)
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