Milano 7 Dicembre – Così titolerebbero, commenterebbero e con questo chiuderebbero l’articolo i fan della teoria per cui il nostro voto influenza i mercati globali. Queste Cassandre sono specializzate nel predire locuste e piaghe varie assortite in caso di sconfitte dell’establishment. Noi, che ci picchiamo di essere liberali, abbiamo una visione un po’ diversa della questione. Ci sono due piani da considerare. Il primo è l’emotività dei mercati ed il secondo è la razionalità degli stessi. E prima di questi due aspetti va fatta una premessa doverosa. Oggi, i maggiori attori delle borse, per decidere dove mettere i soldi usano sofisticatissimi software. Non vanno a naso. Non tirano ad indovinare. Assegnano valori arbitrari a fatti, idee e turbolenze e in base al risultato delle altalene sanno che fare. Ottimo, in questo paniere se vince il No, se rimane tutto com’è, anche avendo deciso che questo porterà a dei danni di lungo periodo, non ha alcun senso vendere tutto e subito. Venderò un po’ alla volta, magari ricomprando nel mezzo, per sfruttare bene la curva discendente dei prezzi. Diverso sarebbe il caso, per esempio, della vittoria di qualcuno che ci volesse togliere dall’ombrello protettivo della BCE. Siccome questo porterebbe ad un collasso di Stato e Banche allora dismettere qualsiasi cosa sarebbe un’ottima cosa. Ed anche in quel caso, si veda vittoria di Trump in Usa o Brexit in UK, le Borse ormai vivono largamente di vita propria. Dopo la crisi del 2008, infatti, ci eravamo illusi che la grande radice del male fosse stata dissotterrata, tagliata e bruciata. Ma è un’illusione durata lo spazio di un mattino.
Mi riferisco alla pessima abitudine delle Banche Centrali di buttare denaro nell’economia, quasi fosse fertilizzante e la terra ne avesse bisogno. Ecco, del fertilizzante ha di certo la natura. Ma il terreno riuscirebbe, con calma e secondo ritmi più lenti, a produrre messi abbondanti. Quello che invece ottiene il concime di Fed e Bce è la crescita, violenta ed incontrollata, di erbacce velenose e dannose. Messi di erbacce. Queste alterano la percezione, non nutrono affatto il suolo e sottraggono denaro al mercato reale. A questo effetto le banche centrali rispondono stampando ancora di più, perché il campo è talmente ampio che gli effetti tradizionali della sovraconcimazione (tipo l’inflazione) non si manifestano proprio. In compenso gli effetti sono altri e sono ben peggiori. Per esempio la volatilità. Le bolle. Ed una disconnessione totale dalla realtà. Ieri Milano festeggiava, euforica, per una mezza voce, nata non si sa dove né come, di intervento pubblico nelle banche. Che è una cosa assurda, irrealizzabile e priva di senso. Tutti lo sanno. Ma tutti se ne fregano ed investono, scommettono, incassano e passano oltre. Perché tanto Draghi, dopodomani, butterà altro concime e quindi si ricomincerà la giostra. Gli unici eventi che portano a disastri, ormai, sono gli annunci di tagli alla droga. Ed i tagli stessi, ovviamente. Ma quante volte succede, davvero? Poche, molto poche. In attesa della prossima bolla…
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,