Milano 8 Dicembre – Dopo il susseguirsi di voci su rinvii vari, problemi e contestazioni, alla fine l’amministrazione comunale, con la solerzia che la contraddistingue quando si tratta di vessare i cittadini e incassare, ha partorito la delibera riguardante le nuove regole relative all’Area C.
Ufficialmente, secondo quanto si legge sul sito stesso del Comune, l’obiettivo, “condiviso con le categorie produttive coinvolte”, è quello di ridurre la congestione del centro, aumentata anche a causa dei cantieri della M4.
Su questo punto, innanzitutto sarebbe interessante sapere con chi effettivamente la Giunta si sia confrontata (la pagina del Comune non lo precisa), cioè chi ha “partecipato”, visto che sia l’amministrazione Sala sia quella Pisapia, pur portando la “partecipazione” dei cittadini addirittura come argomento di campagna elettorale, hanno sempre rifiutato qualsiasi confronto con chiunque non facesse parte delle proprie claques, arrivando addirittura a disdire pubbliche assemblee di presentazione di progetti una volta saputo che comitati di cittadini si sarebbero presentati con proposte alternative (quindi non le intimidazioni e violenze tipiche dei centri sociali), salvo poi indirle in modo carbonaro alla presenza di sole associazioni amiche (e plaudenti) in ambienti riservati, per non dire per pochi intimi. E, ancora, recentemente, durante la visita istituzionale a Quarto Oggiaro con il Presidente della Camera, il Sindaco Sala, anziché recarsi presso la sede del Municipio, ha eletto quale sede della visita quella dell’ARCI, associazione sicuramente rispettabile, ma schierata e facente parte della galassia dell’associazionismo di sinistra molto vicino all’attuale amministrazione, nonché a quella precedente, dimostrando così che le coalizioni che governano Milano ormai da più di cinque anni tendono a gestire la città secondo logiche feudali, per cui alle relazioni istituzionali sostituiscono quelle con i propri vassalli e pensano che aver vinto le elezioni li abbia fatti diventare monarchi assoluti con potere di trattare chi non è cliente alla stregua di servo della gleba. Cosa che si era già vista quando il PD aveva letteralmente occupato, senza alcun rispetto per i pedanti regolamenti che invece impone con zelo e rigore a qualsiasi avversario politico o attività privata, uno dei più antichi ed eleganti Parchi Pubblici del Centro, cioè i Giardini Pubblici Indro Montanelli, per celebrare la Festa dell’Unità (con corollario di autovetture e furgoni parcheggiate sulle aiuole), di fatto elevata a evento cittadino anziché festa (privata) di partito, la quale, per altro, si sarebbe tranquillamente potuta fare in via Padova, visto che per la sinistra il noto “laboratorio multiculturale”, quello in cui lo stesso sindaco Sala inizia a credere occorra schierare nuovamente l’esercito cacciato da Pisapia al grido di “fascisti”, “è meglio di Milano”.
Inoltre, il contenuto di questa delibera denuncia ancora una volta che Area C è quel provvedimento “venduto” come soluzione contro l’inquinamento quando si fa notare all’amministrazione che il centro è sempre più congestionato, e contro la congestione quando si fa notare che, anche volendo accettare la discutibile tesi per cui la qualità dell’aria (spesso strumentalizzata da chi, consapevolmente o meno, si fa portavoce del lobbismo internazionale seguace delle teorie maltusiane) dipenda in gran parte dall’automobile privata (e non dalle caldaie, dagli scarichi industriali, ecc.), è del tutto inefficace nei confronti dell’inquinamento.
In pratica, il giochino delle tre carte o, se si preferisce, la dimostrazione che Area C serve a chi amministra la città per scopi ben diversi da quelli dichiarati e decisamente meno “inclusivi”, visto che contribuisce a marcare sempre di più la differenza tra cittadini benestanti e in difficoltà, ovviamente a vantaggio dei primi.
Il tutto senza contare che, se il problema fosse davvero l’aggravamento della congestione dovuto ai lavori di M4, un’amministrazione razionale che non concentri la maggior parte delle sue risorse, che poi sono quelle dei cittadini, per inseguire ideologie, utopie e sciocchezze astratte completamente avulse dalla realtà, dato che i cantieri non sono piovuti dal cielo improvvisamente, anziché abborracciare frettolosamente questa boiata di ordinanza si sarebbe mossa con maggior anticipo prospettando soluzioni più strutturate e meno penalizzanti per i cittadini.
Ma ora, con l’approssimarsi della loro entrata in vigore, è opportuno analizzare i principali aspetti della delibera, così come elencati sul sito del Comune:
Innanzitutto, il divieto di ingresso in centro alle autovetture diesel “euro3”, anche di proprietà dei residenti, ai quali, però, curiosamente, spettano quaranta ingressi (quindi l’amministrazione contingenta astrattamente l’uso del mezzo di proprietà dei suoi cittadini, senza curarsi delle conseguenze) da “spendere” entro il 15 ottobre 2017.
A parte il fatto che sarebbe interessante sapere su quali cervellotici studi siano basati il numero di ingressi e la loro grottesca data di scadenza (forse i tempi di consegna di una vettura nuova se tutti i proprietari di diesel euro3 corressero ad acquistarla subito?), la questione è evidente: cosa c’entrerà mai la classe di inquinamento della vettura se il problema è la congestione del centro e non la qualità dell’aria? Così facendo, poi, si vanno a sanzionare le vetture più anziane, colpendo, verosimilmente, tra i residenti del centro, i meno abbienti, cioè coloro che non se hanno un diesel di una decina (ma anche meno) d’anni, magari è perché non sono in grado di sostituirlo.
In secondo luogo, il divieto d’accesso a tutti i veicoli euro 4 senza filtro antiparticolato: una cattiveria gratuita che va a colpire vetture relativamente recenti e che, in molti casi, non erano equipaggiate di tale filtro per il semplice fatto che rispettavano ugualmente le norme sui limiti di emissioni di polveri sottili, per cui le case produttrici non le dotavano di un dispositivo costoso, che richiede manutenzione, crea problemi di affidabilità (quante vetture equipaggiate di FAP devono fermarsi urgentemente in officina per cambiare l’olio, “inquinato” di gasolio iniettato in eccesso nel tentativo di spurgare il filtro?) e aumenta il consumo.
E anche in questo caso, non è chiaro il nesso con la congestione.
Ugualmente grottesche le deroghe:
– accesso consentito fino al 14.10.2017 per i i veicoli trasporto cose leggere e di servizio compresi manutentori e servizi di emergenza;
– fino al 14.20.2018 accesso consentito i residenti in Area C, i veicoli privati di appartenenti alle Forze dell’Ordine, gli autoveicoli adibiti a noleggio con conducente superiori a nove posti (classificate come diesel pesanti), veicoli trasporto cose pesanti.
Anche in queste ipotesi una ridicola data di scadenza, nonché l’odiosa sensazione che chi amministra Milano viva talmente fuori della realtà da non comprendere il costo insostenibile per le piccole e medie imprese di sostituire il parco veicoli (i leasing e i noleggi a lungo termine, infatti, potrebbero già esser scaduti per i veicoli euro 4 senza filtro, recenti, ma non così tanto) continuamente in base ai capricci delle varie pubbliche amministrazioni.
In terzo luogo, l’introduzione del biglietto a pagamento per i veicoli a gas, costosi per chi li acquista, con oneri di manutenzione a volte superiori rispetto a quelli a benzina, ma, in quanto considerati “ecologici”, spesso incentivati da altre pubbliche amministrazioni (governi, regioni, ecc.): uno cittadino investe in una vettura a gas, scegliendo quindi tra un limitato numero di modelli, e l’amministrazione di Milano lo penalizza. Anche qui, per altro, non si comprende quale sia il nesso tra l’alimentazione della vettura e la congestione.
Poi, l’ingresso ai veicoli merci che non siano elettrici (ancora, quale il nesso con la congestione?) è vietato tra le otto e le dieci del mattino, ad esclusione, in via sperimentale e per quattro mesi, di: veicoli isotermici o coibentati, veicoli destinati alla consegna di merci deperibili per esercizi pubblici, rivendite o eventi che inizino l’attività dopo le ore nove, veicoli destinato a trasporto cose di terzi, veicoli di servizio per documentati interventi d’emergenza, veicoli ad uso dei fiorai per allestimento di cerimonie, servizi funebri, veicoli adibiti al trasporto di farmaci urgenti.
Quindi, si deduce che, dopo quattro mesi dall’entrata in vigore della delibera, i farmaci urgenti non potranno esser trasportati tra le otto e le dieci del mattino, mentre gli esercenti, già duramente provati da tutte le angherie perpetrate da questa amministrazione ai danni delle attività private, dovranno ancora una volta riorganizzare le proprie attività per riuscire a farsi consegnare le merci secondo questi cervellotici regolamenti, il che significa altri costi, altre complicazioni e altra perdita di competitività, dirigisticamente indotta, sul mercato.
Inoltre, risultano modificate anche le regole di accesso per i veicoli a noleggio con conducente superiori a nove posti: fino all’ottobre 2017 potranno transitare e far salire e scendere i passeggeri (che grande concessione, i passeggeri potranno anche salire e scendere, niente di meno che…) esclusivamente in apposite aree dedicate e previo pagamento di un mostruoso biglietto di ingresso in centro, compreso tra quindici e quaranta euro a seconda della lunghezza del veicolo.
Quindi, al di là del caos organizzativo, delle limitazioni ad apposite aree e via dicendo, un costo elevatissimo per l’accesso, il che dimostra ancora una volta come chi amministra Milano non si renda conto di quanto questa ossessione nel regolamentare a colpi di tasse ogni singola attività dell’impresa privata, nel momento storico attuale, si traduca in un vulnus all’economia.
Bontà dell’assessore Granelli, gli autobus che portano i bambini in gita scolastica saranno esentati dalla maggiorazione.
In compenso, dall’ottobre 2017, i veicoli a noleggio con conducente si vedranno ulteriormente aumentato il biglietto di ingresso a cifre comprese tra un minimo di quaranta a un massimo di cento euro, in cambio però l’amministrazione garantirà ben cinque ore di sosta (e se uno avesse bisogno di sostare una giornata intera? Paga cento euro e poi che fa?) con servizio di custodia al di fuori di Area C. Inoltre, a seconda delle “prestazioni ambientali” (?) del veicolo, tali tariffe potranno essere aumentate o diminuite. Ci sarebbe davvero da sbellicarsi, se non fosse che le barzellette che delibera area racconta l’amministrazione Sala non fanno ridere per niente.
Ora, inutile dire che, in questo coacervo incomprensibile di pedanti regolamenti e limitazioni, la congestione del traffico nulla c’entra, così come non c’entra l’inquinamento, tanto più che ormai da qualche mese per il centro scorrazzano allegramente vetture “collettive” patrocinate dal Comune con motori potenti, prestazioni e consumi elevati e che all’utente costano dai trentadue ai trentaquattro centesimi al minuto (il paradigma dell’economia, dell’ecologia e della sicurezza).
Mentre di reali alternative all’uso dell’automobile l’amministrazione non ne ha fornita neanche una, a meno di pensare che l’anticipo di una quarantina di minuti della prima corsa delle varie linee metropolitane possa sopperire a tutte le esigenze che sorgono dopo queste mostruose modifiche ad Area C.
Semplicemente, queste ultime proseguono nella direzione tracciata dalle amministrazioni di sinistra di Milano: costruire un centro città su misura di ricco, giovane, sano, benestante e sfaccendato, escludendo via via i soggetti che non siano clienti, sostenitori o, comunque, non rispettosi delle caratteristiche di cui sopra e che non debbano quotidianamente lottare per riuscire a tenere a galla la loro attività.
Nonostante il momento storico sia di grave crisi economica, le amministrazioni progressiste hanno deciso di proseguire a tappe forzate nel loro sogno, che per tutti i cittadini normali è un incubo, di costruire una città completamente fuori dalla realtà e in cui trovino posto soltanto soggetti conformati ai loro desiderata, senza spazio per qualsiasi forma di diversità, nonostante le chiacchiere sull’inclusione.
Gli aumenti di traffico, costi e difficoltà organizzative colpiranno la maggior parte dei cittadini e, in particolare, gli esercenti, ma soddisferanno le fantasie dei benestanti elettori della caviar gauche, i quali potranno compiacersi davanti ad un lussuoso aperitivo per le vessazioni che quei poveracci che sono costretti a lavorare anziché condividere davanti ad un cocktail l’indignazione per quelle disuguaglianze che hanno visto soltanto dalle finestre degli alberghi quattro stelle, devono quotidianamente e giustamente subire per via della loro retriva arretratezza, la quale li conduce a lordare con la loro rumorosa e indecorosa (il lavoro praticato è meno etereo di quello idealizzato…) presenza quel mondo dorato e impermeabile a ogni contaminazione esterna che gli elettori della sinistra milanese stanno cercando di costruirsi (a spese altrui).
Milanese di nascita (nel 1979) e praticante la milanesità, avvocato in orario di ufficio, appassionato di storia, Milano (e tutto quel che la riguarda), politica, pipe, birra artigianale e Inter in ogni momento della giornata.
Mi improvviso scribacchino su Milano Post perché mi consente di dar sfogo alla passione per Milano e a quella per la politica insieme.