Milano 15 Dicembre – L’assistenza sta col nero e non è un’affermazione razzista, ma una costatazione di un privilegio dilagante e inarrestabile. Il video di Claudio Bernieri documenta l’ultimo episodio temporale di un’insensibilità preoccupante, riferisce comportamenti inaccettabili, esalta la rabbia dei clochard protagonisti e dei volontari che si occupano e preoccupano dei senza tetto a Milano. Racconta RN Quotidiano “L’altra notte una decina di aderenti al comitato cittadino «Milano sicura» (iscritti effettivi 1.070) – nata la scorsa estate per contrastare i disagi che causano gli ospiti dei centri d’accoglienza – sono arrivati alla caserma «Montello» di via Caracciolo dove, tra ormai vecchie ma numerose polemiche, sono ospitati circa 300 migranti, perlopiù eritrei. «Insieme a noi c’erano anche i volontari dell’associazione onlus Pro Tetto» spiega Sabrina Geraci, presidente di Milano Sicura e titolare di un panificio attraverso il quale spesso sfama i clochard. Tutti i volontari, una decina di persone, hanno passato alcune ore in presidio davanti alla caserma. Dopo aver accertato che nei dormitori pubblici i posti erano tutti esauriti, infatti, avevano chiesto ad alcuni funzionari della caserma che venissero fatti entrare tre clochard, tutti italiani, intirizziti dal freddo e desiderosi di un giaciglio. Mandandoci via, ci hanno risposto che quel luogo era riservato esclusivamente agli stranieri – spiega la Geraci -. A noi sarebbe bastato che avessero offerto a quei poveretti un posto per dormire, non per forza dentro la caserma, ma comunque in un luogo caldo. A quel punto, però, è arrivata la polizia, ci ha identificati e certo non ci ha risolto il problema». E’ evidente che a Sala e compagni dei clochard italiani interessa ben poco e rimane immobile di fronte all’emergenza di fronte ad un fenomeno che la crisi economica ha moltiplicato ed enfatizzato. L’Associazione onlus Pro.tetto da tempo ha centralizzato la sua opera nella ricerca di soluzioni pratiche per i clochard ed ha presentato un progetto per dare una casa ai bisognosi che ruotano intorno alla Stazione. Riferisce Il Giornale “Fernando Barone è uno dei fondatori dell’associazione ‘Pro tetto’ da cui prende il nome l’iniziativa rivolta “a tutti quegli italiani, magari padri di famiglia separati, sfrattati o senza lavoro, che potremmo far lavorare nella riqualificazione di alcune case di proprietà del Comune dove, poi, potrebbero andare a vivere in comodato d’uso”. Tutto questo sarebbe possibile e necessario solo se il Comune velocizzasse le pratiche burocratiche. “Non è colpa di Sala, il prefetto gli manda i migranti e lui deve occuparsene, ma intanto per gli italiani nessuno fa nulla e non si capisce perché, quando c’è un progetto a costo zero, non se ne agevoli l’avvio”, attacca Barone che ogni sera, insieme ad altri venti volontari, gira per la stazione Centrale di Milano e nelle vie limitrofe a dare cibo e qualcosa di caldo da bere ai clochard. Nelle intenzioni dell’associazione Pro Tetto c’è anche quella di usare un camper o un pulmino che ogni sera giri per le diverse piazze di Milano al servizio dei clochard che desiderano lavarsi, farsi la barba e riscaldarsi con una bevanda….E Mentre agli extracomunitari, infatti, ci pensa lo Stato sistemandoli negli alberghi o nella caserma di Montello, in stazione ci sono casi disperati di cui nessuno si occupa.
Nene
Video di Claudio Bernieri, il Reporter indignato

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano