Milano 23 Dicembre – John Veihmeyer, Global Chairman of KPMG, ha spiegato quali sono i piani di emergenza che la sua banca sta preparando nel caso in cui tra due anni si concretizzi una Brexit “totale”, ossia l’abbandono di Londra non solo dell’Ue ma con essa anche del mercato unico e dei diritti sui passaporti dei propri dipendenti.
Le leggi Ue attuali consentono alle banche europee attive nel suolo britannico di operare all’unisono con le società affiliate all’estero, senza dover essere capitalizzate separatamente dall’azienda partner che sta in Europa e non a Londra.
Anche le banche Usa e asiatiche possono usare gli uffici e le filiali di Londra per offrire servizi ai loro clienti in tutta l’Unione Europea. È questo vantaggio a essere la fortuna di Londra e consentire alla City di essere l’indiscusso hub finanziario più importante d’Europa.
Se il Regno Unito dovesse perdere i diritti sui passaporti e l’accesso al mercato unico tutti questi vantaggi verrebbero meno e Londra rischia di perdere il ruolo di primo hub europeo a favore di Francoforte o Parigi. Anche Amsterdam viene considerata come una scelta alternativa a Londra, mentre per il momento Milano viene snobbata dalla grandi banche.
Questo per lo meno dicono i piani di emergenza rivelati sin qui da alcune società finanziarie. L’uso dei passaporti europei da parte delle banche permette di avere accesso da Londra al mercato unico europeo di 28 nazioni. È uno diritti che probabilmente il Regno Unito è destinato a perdere quando uscirà dal blocco Ue.
Altri centri finanziari europei, tra cui anche Dublino e Madrid, potrebbero soffiare a Londra il ruolo di hub e si stanno già muovendo per attirare il maggior numero di banche possibili verso i propri lidi. La Spagna, per esempio, ha adottato una serie di nuove misure per rendere più facile e meno oneroso dal punto di vista fiscale alle aziende il trasferimento da Londra a Madrid. Il piano è stato però bocciato dai giudici della Corte di Giustizia Ue perché equiparato ad aiuti di Stato illegali.
Nel frattempo i rappresentati dei centri finanziari di Germania e Francia stanno facendo attività di lobby e pressioni per attirare le società che hanno sede a Londra. Veihmeyer ha detto a Business Insider che una parte importante dei piani di emergenza post Brexit è proprio quella di cercare di capire dove conviene trasferire le proprie attività.
I posti sono diversi fra loro e ognuno ha i suoi vantaggi, secondo Veihmeyer, “La gente parla di Francoforte e Parigi ma anche posti come Amsterdam”. Traslocare all’estero non è un processo facile da mettere in pratica. Anche solo trovare lo spazio fisico e le soluzioni migliori in termini di infrastrutture potrebbe essere difficile nelle principali capitali e hub finanziari d’Europa.
KPMG offre servizi finanziari e di consulenza a grandi banche come Citigroup e Deutsche Bank ed è un grande protagonista del mondo della finanza nella City londinese. Tuttavia, come ha avvisato già ai suoi clienti, Veihmeyer dice che il suo gruppo non ha intenzione di lasciare Londra, “un mercato molto importante per noi”, dove “non possiamo immaginare di non avere più una presenza stabile”.
Daniele Chicca (Wall Street Italia)
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