Milano 27 Dicembre – Un mese, dicembre, che non è stato felicissimo, anzi. Con un discreto recupero nell’ultima settimana prima di Natale. Lo shopping nelle vie delle città non entusiasma i commercianti che continuano a sperare in una ripresina che finora non si vede. Come sempre il centro città è la zona che ha trainato gli altri negozi. Molto bene il comparto food, un po’ meno bene rispetto al boom degli ultimi anni il regalo tecnologico. E comunque anche qui, nel cuore della città, è mancato uno slancio significativo: “Non è un mese né buono né cattivo – dice il vicepresidente di Confcommercio Milano, Simonpaolo Buongiardino – ci si aspettava qualcosa in più rispetto all’anno scorso che però non è arrivato. Credo – aggiunge – che abbia influito negativamente anche l’attentato di Berlino: ha scoraggiato molti a uscire in questi giorni, speriamo nei prossimi saldi di gennaio”.
Il centro si è riempito, i due alberi di Natale hanno attirato la folla, la Galleria tutta illuminata è stata il centro del passeggio. Via Montenapoleone è sempre stata piena di gente, ma il bilancio è tiepido: “Gli acquisti da noi sono in linea con l’anno scorso, niente di più e niente di meno – dice Umberto Griggi, segretario generale dell’associazione Montenapoleone – quello su cui bisogna lavorare è migliorare la percezione di Milano come meta turistica anche per Natale, un’immagine che ancora manca”.
Nel resto della città lo scenario è più da alti e bassi. In corso Buenos Aires dopo le polemiche per il mercato contadino della Coldiretti che ha chiuso mezzo corso nell’ultima domenica prima di Natale, si aspettava proprio l’ultima settimana per tirare le fila. Un po’ in linea con il trend nazionale che, secondo un’indagine Confesercenti Swg, individua un 18 per cento che è arrivato all’ultimo momento per completare i regali. Ma lungo la promenade commerciale popolare della città i negozianti non sono entusiasti: “Siamo in pareggio con l’anno scorso che, ricordo, era stato comunque un anno di perdita”, è il commento del presidente di Ascobaires, Gabriel Meghnagi. Nel distretto di Porta Romana non è bastato il mercatino, quattro giorni di bancarelle organizzate lungo il corso dai commercianti. Perché, è il rammarico, questo è “uno dei Natali più tristi degli ultimi anni” dice Sabrina Frigoli, un negozio di bambini e rappresentante dell’associazione “Por- ta Romana bella”.
“C’è un’instabilità di fondo che spinge anche la gente che può spendere a essere molto oculata – dice – le persone hanno paura, così dopo un inizio del mese difficile ci siamo un po’ risollevati solo negli ultimi giorni, ma veniamo comunque da mesi di sofferenze”. Un bilancio natalizio? “Siamo un filo sotto l’anno scorso – dice Frigoli – tra gli articoli da regalare hanno tenuto il bambino e in generale la strategia comune è fare più regali ma più piccoli. L’importante – conclude – è che le istituzioni spostino le date della Fiera dell’artigianato che, prima del ponte di Sant’Ambrogio, ci toglie un sacco di clienti e per noi è insostenibile “.
Dall’altro lato della città, in corso Vercelli, via Marghera e via Belfiore, il Natale si può festeggiare “anche se senza salti di gioia” dice il vicepresidente di AscodeAngeli, Adriano Fagnani. Che aggiunge: “Sentendo anche gli altri colleghi posso dire che quest’anno siamo andati in pareggio con l’anno scorso”. Bene le vendite nei negozi di gioielleria e orologeria, qui ma anche un po’ in tutta
la città. “Da noi è andata abbastanza bene – dice Valeria Galli, orologeria in corso Vercelli – non è il Natale dall’afflusso continuo al bancone e peraltro è un mese partito un po’ stranamente tra la chiusura delle scuole per le elezioni e il superponte che hanno desertificato la zona, ma negli utlimi giorni pria di Natale l’affluenza è stata alta, senza fuochi d’artificio ma con un segno più rispetto all’anno scorso”.
Ilaria Carra (Repubblica)
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