Milano 31 Dicembre – L’analisi che proponiamo è di Chiara Campo su Il Giornale. “Una task force di esperti del Comune e dell’Università Bicocca studierà la «revisione totale» delle tariffe comunali.
Già così sembra inquietante, ma il risultato che sarà prodotto in 6 mesi e approderà sul tavolo della giunta per le scelte politiche, rischia di essere peggio. L’assessore al Bilancio Roberto Tasca e il sindaco Beppe Sala hanno annunciato che per il 2017 non sono previsti aumenti tariffari (sorvolando sulla stangata sullo sosta, che è stata approvata ieri nell’ultima seduta dell’anno ma scatterà in primavera) mentre con il bilancio 2018 dovrebbero arrivare sia gli adeguamenti Istat di tariffe «ferme agli indici del 2003, come i servizi funebri», sia la revisione del sistema o delle griglie Isee che ad ogni consentono di coprire con le tariffe, tanto per dire, solo il 50% dei costi per le mense e i servizi educativi e intorno al 31% per tutti gli altri. Il 2018 rischia di essere quindi l’anno del caro-schiscetta o della «tassa» sui defunti, tanto per citare. Le decisioni saranno prese dopo l’analisi condotta dal team coordinato dal vicesindaco Anna Scavuzzo e dall’assessore ai Servizi sociali Pierfrancesco Majorino. Sul welfare (case di riposo in primis) e mense scolastiche l’assessore al Bilancio ha «forti dubbi» che il sistema Isee in uso garantisca «realmente la compartecipazione progressiva alla spesa». Chi guadagna di più potrebbe dare un maggiore contributo, e seguendo il discorso è probabile che si andrà verso un ulteriore frazionamento delle fasce di reddito. Altro fronte sarà la «quantità di offerta» erogata dal Comune. E Sala avverte che Milano «vorrà confrontarsi col governo perchè ci sono vincoli alla spesa molto rigidi che per una città virtuosa finiscono per essere penalizzanti». Intanto chiederà di usare in parte corrente la plusvalenza dalla vendita di immobili, il sì potrebbe aprire a dismissioni importanti. Intanto è stato approvato il bilancio 2017 con un taglio alle spese degli assessorati intorno a 80 milioni, il 3% del totale (3,4 miliardi). L’incasso delle multe scende alla cifra realmente incassata nel 2016, circa 285 milioni (la previsione era di 355 e si è creato un buco). Limata di 20 milioni la spesa della mobilità e Tasca anticipa: «Non chiederò dividendi ad Atm». Ma si riferiva solo a quelli straordinari. Stimato un taglio di 17 milioni di contributi da Stato e Regione.”
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