Milano 2 Gennaio – Il nuovo Ministro dell’Interno, forse spaventato dagli sviluppi delle indagini sullo stragista di Berlino che cercava appoggi in Italia, ha detto chiaro e tondo che bisogna riaprire i CIE, Centri di identificazione ed Espulsione.
E’ una marcia indietro tardiva, dopo che negli anni 2014/2016 sono stati accolti 600.000 migranti di cui almeno 3/4 non rifugiati politici e provenienti da paesi senza guerre civili in corso.
Meglio che niente. In queste strutture, volute dalla Legge Turco Napolitano drl 98 e consolidate dalla legge Fini/Bossi che introdusse il reato di immigrazione clandestina, finivano i clandestini più pericolosi in attesa del riconoscimento e del rimpatrio.
La sinistra si è sempre battuta contro queste strutture perché nella sua idea chiunque vuole entrare in Italia deve essere libero di farlo. Manifestazioni, appoggio alle rivolte scoppiate nei Cie, inchieste giornalistiche furono coronate con successo dall’avvento dei Governi di Sinistra.
Non a caso per volontà di Majorino e Pisapia l’unico Cie esistente a Milano, quello di Via Corelli, fu chiuso nel 2014 e trasformato in un centro di accoglienza con le porte aperte.
In questo modo fu “premiato” il lavoro di quei clandestini che per ben 2 volte distrussero con incendi e rivolte il centro ristrutturato a spese nostre. Nel 2015 scrissi una lettera al Ministro Alfano perché non fosse chiuso, ma lo sventurato nemmeno rispose.
Ora il neoministro Minniti finalmente dimostra di aver capito la loro utilità: non si può lasciare liberi personaggi come Amri in attesa delle valutazioni delle domande di rifugiato politico, mentre questi progettano di fare stragi.
Il Sindaco Sala già ha dovuto far digerire il piccolo drappello di militari che tanto infastidiva la sinistra. Figuriamoci se può riaprire il Cie che Majorino aveva trasformato in hotel per i migranti!
Quindi cerca di prendere tempo. Dice ieri Sala: se uno è manifestamente un clandestino deve essere espulso però non vuole il Cie a Milano. Oibò, ma se il Comune che lui guida accoglie ogni anno più di 50.000 migranti e di questi 3/4 non sono rifugiati politici, perché non appronta subito uno o più CIE per tenere controllati personaggi che altrimenti girano in clandestinità fra metropolitane, moschee e dormitori abusivi per organizzare la jihad a Milano?
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.