Milano 3 Gennaio – E’ scomparso ieri Tindaro Scurria, ex agente della polizia locale e Ambrogino d’Oro nel 2008. Scurria, 69 anni, di Assago, era impegnato nell’aiuto ai clochard di Milano dal 2003 quando, ancora in servizio, di sua iniziativa ha cominciato a condividere e poi a raccogliere il cibo avanzato dalla mensa per i senzatetto della città: attività proseguita e cresciuta negli anni con l’aiuto dei colleghi e poi di alcuni ristoranti. (Repubblica) Il 3 settembre scorso dalle pagine de Il Giorno aveva lanciato un appello perché soccorrere i poveri era la sua ragione di vita, la sua missione, ma aveva delle difficoltà economiche. “Vorrei chiedere un aiuto per poter sostenere la spesa dell’abbonamento annuale dei mezzi di trasporto – chiede Scurria -: oltre 400 euro sono davvero troppi e non ce la faccio più. Spesso devo acquistare le vaschette per gli alimenti, per poter portare il pranzo ai poveri, e le spese sono sempre maggiori».
L’esperienza di Scurria è iniziata quando, 13 anni fa, ha cominciato a dividere il suo buono pasto con uno dei tanti poveri costretti a vivere per strada: «Ogni giorno invitavo uno dei senzatetto a mangiare con me: io prendevo il primo e lui il secondo, così dividevamo il mio buono pasto – racconta Scurria -. Poi ho iniziato a raccogliere i viveri e a portarli in giro. Ho persino chiesto di fare un’ora in più al lavoro pur di consegnare i pasti a tutti». I senzatetto a cui ogni giorno consegna il pasto caldo sono tanti, circa un centinaio, e per lo più italiani: «La maggior parte sono nostri connazionali, con età media sui 50 e 60 anni, ma anche parecchi giovani – afferma l’assaghese -. Tanti sono finiti in mezzo alla strada a causa della perdita del lavoro, altri sono divorziati e devono pagare le spese familiari. Non ce la fanno ad arrivare a fine mese e devono rinunciare spesso a mangiare. Tra questi, anche tanti pensionati, costretti a elemosinare perché la pensione non gli basta a pagare l’affitto e a mangiare tutti i giorni».
L’impegno del benefattore è costante, ma sostenerlo con un contributo è diventato essenziale per fare in modo che oltre cento senzatetto possano consumare almeno un pasto caldo al giorno. «Ormai ho quasi 70 anni e qualche problema di salute – afferma Scurria -, se dovrò smettere, chi provvederà a questi poveri?».
Già, ora che non c’è più chi continuerà la sua opera? Chi avrà la stessa sensibilità?
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