Che fine ha fatto la statua dedicata a Boscovich? La storia surreale di una statua che non c’è

Milano

Milano 5 Gennaio – Una storia curiosa, paradossale. La racconta Urbanfile “Tempo fa, passeggiando per i giardini Indro Montanelli a Porta Venezia, sul lato sinistro del Planetario Ulrico Hoepli ci siamo imbattuti in un basamento di statua che dava l’impressione di non esser mai stato completato. Ci siamo subito informati e ci siamo trovati davanti un caso diplomatico che si protrae da oltre vent’anni. monumento_boscovichInfatti il basamento della probabile statua è dedicato all’astronomo Ruggiero Boscovich (Ragusa di Dalmazia 1711 – Milano 1787, fu tra i fondatori e direttori dell’osservatorio astronomico di Brera nel 1763), ma la statua non era ancora arrivata nonostante oltre vent’anni di cavilli politici e internazionali piuttosto assurdi.

Infatti pare che tutto sia stato bloccato per colpa del nome di Boscovich scritto sulla lapide in Croato anziché in Serbo. Ora a quanto si vede, l’iter burocratico è giunto ad una conclusione e presto vedremo la statua posta al suo posto, oltre al restauro del Planetario Ulrico Hoepli.

Questa strana storia ebbe inizio a metà degli anni Novanta, quando la Comunità croata di Milano, per iniziativa della Presidente della Federazione della Comunità croata in Italia, Snjezana Hefti, si offrì di donare alla città una statua dello scienziato dalmata. L’opera, una copia della scultura che si trova a Zagabria del più importante scultore croato, Ivan Meštrović (1883, Vrpolje, Croazia – 1962, South Bend, Indiana, Stati Uniti) doveva esser collocata a fianco del Planetario, visto che Boscovich era un astronomo.

Ed ecco che la Comunità serba ne rivendicava l’appartenenza e quindi Boscovich non era Croato, ma Serbo. Boscovich era nato a Ragusa (nome croato Dubrovnik) quando questa era capitale dello stato e facente parte della Serenissima Repubblica di Venezia. Per di più  il padre di Ruggiero Boscovich, Nikola, presente a Ragusa fin da ragazzo, è oggetto tuttora di una diatriba nazionalistica sul fatto se fosse serbo oppure croato. Combinazione, il villaggio in cui nacque, Orahov Do, si trova oggi in Bosnia-Erzegovina.

Monumento Ruggiero Boscovich Zagabria
Monumento Ruggiero Boscovich Zagabria

Tra il 1997 ed il 2001, nel Consiglio Comunale della città di Milano sedevano due consiglieri di origine dalmata, entrambi facenti parte del Libero Comune di Zara in Esilio – Dalmati italiani nel Mondo. La Giunta stanziò all’epoca 40milioni di lire per la statua, ma la cosa non trovò realizzazione, nonostante le sollecitazioni dei due Consiglieri comunali di Milano e di Zara.

Fu predisposto il basamento in marmo nero dal quale apparve immediatamente che lo scopo dei donatori non era quello di rendere omaggio al grande raguseo direttore dell’ Osservatorio astronomico di Brera, ma il tentativo di avvalorare la tesi della croaticità dello scienziato, fenomeno appropriativo allora molto abusato dai connazionali della Hefti, (secondo la fonte dalmata) volto ad inserire nella nazionalità croata opere illustri e personaggi famosi totalmente non croati, così come instancabilmente era stato fatto in altre occasioni (da Marko Polo/Marco Polo, a Juraj Matejev Dalmatinac/Giorgio Orsini, da Frane Petrić/Francesco Patrizi a Franjo Biundović/Giovanni Francesco Biondi, eccetera), tutti di indiscussa nazionalità, lingua e cultura italiana: sul basamento, infatti, il nome del Boscovich appariva scritto, oltre che in italiano ed in latino, anche nella nuova ed inedita forma croata di Ruđer Bošković.

Così insorse la comunità giuliano dalmata di Milano, e l’opera rimase bloccata e incompiuta, con il solo basamento lasciato in attesa di completamento. Venne fatto sapere che l’intenzione di protestare e bloccare l’operazione non riguardava il fatto di onorare il grande scienziato e ricercatore, ma anzi, avevano ritenuto lusinghiera la proposta, purché non fosse avallata, con la scritta del nome improprio, la inesistente nazionalità croata del Boscovich, nato a Ragusa quando la città era la quinta repubblica marinara italiana, figlio di padre serbo, senza alcuna ascendenza croata, e di madre bergamasca, uomo di cultura, lingua, religione, costumi e frequentazioni scolastiche italiane.

Così la disputa continuò senza trovare soluzione e nel 2001 la Commissione Monumenti del Comune di Milano alla fine insabbiò la questione della statua e ancora oggi abbiamo nel giardino un basamento dedicato all’astronomo senza statua.”

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