Milano 10 Gennaio – I Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Pavia coadiuvati dai colleghi del Norm di Voghera, hanno tratto in arresto per omicidio Z.M.L., 56 enne di origine tunisina, in Italia senza fissa dimora.
Lo scorso 7 gennaio, veniva rinvenuto il corpo senza vita di Franco Catracchia all’interno della sua abitazione, ubicata in Voghera in Via Negrotto Cambiasso 70. L’uomo, che era in cura presso il SERT di Voghera, era conosciuto come assuntore di sostanze stupefacenti e alcoliche. Ai militari è apparso immediatamente chiaro come l’omicidio fosse maturato nell’ambiente dei tossicodipendenti e spacciatori della zona, persone inserite in un contesto degradato e sviluppatosi al margine della società civile. L’attività d’indagine ha fatto emergere che la vittima, assiduo frequentatore delle zone di spaccio a Voghera, era solita accompagnarsi con soggetti prevalentemente extracomunitari e tossicodipendenti con cui svolgeva la sua “attività” di spaccio, oltre che dedicarsi al consumo di bevande alcoliche. Le serrate indagini permettevano inoltre di far emergere tutta la rete relazionale che lega questa comunità “invisibile” fino a condurre all’identificazione di Z.M.L. un tunisino 56enne irregolare in Italia, già oggetto di decreti di espulsione. L’uomo, presente sul territorio nazionale da oltre 12 anni e con numerosi precedenti penali, ultimamente era stato ospitato proprio dalla vittima, con cui condivideva il consumo di stupefacenti.
L’attività informativa permetteva non solo di identificare ZML quale aggressore del Catracchia, ma anche di rinvenire l’arma del delitto, una spranga di ferro che era stata gettata nei campi poco distanti dal luogo dell’omicidio. Veniva svelata oltre che la dinamica anche la motivazione del gesto omicida, una lite dovuta ad una non corretta valutazione di stupefacente, ceduto per una contropartita di altra droga considerata non equivalente. Per questo il tunisino avrebbe colpito ripetutamente al volto ed al cranio il Catracchia con la barra di metallo, in maniera cosi cruenta che ben cinque denti venivano rinvenuti sul pavimento della scena del delitto dai Carabinieri, durante le attività di sopralluogo e repertamento.
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