Milano 11 Gennaio – L’ultimo, però, chiuda la porta, spenga la luce e si ricordi che questa città non è un dormitorio a cielo aperto per i disperati di questa terra. Avrebbe dovuto concludersi così il bando della prefettura che stanzia altri 10 milioni per accogliere richiedenti asilo. Mettendo a disposizione le caserme, naturalmente. Non vorremo certo privarci del privilegio di avere ancora più migranti alla Montello? Rimane, in ogni caso una proposta marginale. L’obiettivo è la micro accoglienza. In maniera da mandare definitivamente al macero ogni forma di controllo di questa gente e consentire all’Isis di reclutare in santa pace. Questi alcuni passaggi del bando:
«L’appalto non viene suddiviso in lotti geografici – si legge nel documento – per non limitare territorialmente il reperimento di strutture da parte degli operatori economici, favorendo così la partecipazione alla procedura delle piccole e medie imprese che, sulla base del possesso dei requisiti richiesti dal presente disciplinare e in modalità diffusa attraverso microstrutture, possono erogare il servizio in qualunque Comune della provincia». Una mission meglio specificata in un passaggio successivo: «Per favorire un’accoglienza integrata o diffusa, è ammissibile l’offerta di più microstrutture (esempio appartamenti), dislocate in territori comunali anche diversi, purché facenti capo a un unico ente gestore».
Riporta inoltre il Giorno sul problema dell’accoglienza diffusa:
Quello dell’accoglienza diffusa è stato per tutto il 2016 l’obiettivo principale di Marangoni, più volte ostacolato dalle resistenze dei sindaci dell’hinterland: basti ricordare che al momento solo 39 Comuni accolgono richiedenti asilo sui 134 della Città metropolitana, con il 68% dei profughi ospitati a Milano (3.938 su 5.831 secondo dati aggiornati a inizio dicembre). Una tendenza da invertire, come sollecitato dallo stesso Marangoni nel corso di un recentissimo incontro con i primi cittadini dei 7 Comuni più rappresentativi dell’ex Provincia: «Altrimenti si rischia il meccanismo della roulette russa», il ragionamento. Ovvero: può succedere che un operatore si aggiudichi la gara mettendo a disposizione una struttura medio-grande in un Comune a caso, con tutto quel che ne consegue in termini di impatto sul territorio. E allora: meglio un accordo pre-emergenza con tutti i sindaci del territorio per condividere insieme la questione. Un approccio caldeggiato dal Viminale e che ora sarà compito del nuovo prefetto portare avanti in primavera.
Insomma, che dire? Pronti ad una nuova primavera ricca di risorse che elemosinano per strada?
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,