Milano 12 Gennaio – Dobbiamo essere precisi in questi casi di cronaca. Il figlio che ammazza a colpi d’ascia (o fa ammazzare, lui presente, non è ancora chiara la dinamica) i genitori, non ha nulla di simbolico. Il simbolismo lo dà il tempo presente, la società attuale. È la collettività che si specchia nel sangue fresco per capire cosa sia diventata. Quando Pietro Maso uccise i genitori divenne l’incarnazione dell’edonismo di un decennio maledetto. Quando Erika ed Omar ammazzarono madre e fratellino, furono l’immagine della perdita definitiva dei valori. Sotto i colpi di ascia crolla l’idea stessa di focolare inteso come limitazione. I figli hanno ucciso i genitori dall’alba del mondo. Lo hanno fatto per soldi, lo hanno fatto per amore distorto e lo hanno fatto per rimuovere un ostacolo. Quello che rende questo episodio specchio dei tempi sono i tempi, non il materiale di cui è fatto. I tempi sono quelli del senso di perdita. La perdita, quella dei valori, della famiglia, della morale c’è già stata. Adesso se ne vedono gli abissi. Uno dei possibili moventi, ancora non confermato, è il fatto che il figlio non sopportasse le critiche per i bassi voti. Non è rilevante che lo sia davvero. È il discorso di prima. Non è il fatto, ma quello che ci vediamo dentro. Dentro c’è l’abisso. Sotto i colpi d’ascia muore il principio d’autorità che si stava faticosamente riaffermando. Ed una domanda, che aleggia sopra noi tutti: cosa abbiamo fatto? È la domanda che, da Caino in poi, chiunque abbia scritto la storia con il sangue si è fatto. E se la sono anche fatta tutti quelli che quel sangue lo hanno, indirettamente causato. Se lo dovrebbero domandare i responsabili della fine della legittimazione paterna, della distruzione della struttura tradizionale della famiglia e della liquefazione del senso morale. Tra l’altro, al contrario di quanto si pensa usualmente, è più probabile che il senso morale cessi di esistere nelle tirannie che nelle anarchie. Se ognuno risponde di quello che fa è assai meno probabile che si metta a compiere atti di questa natura. In ogni caso non sviamo: sotto i colpi di ascia si tenta di uccidere una rifondazione morale della società.
Nel lungo periodo forse ce ne dimenticheremo di questo atto efferato. Questo è il destino della società. Specchiarsi e dimenticarsi di averlo fatto. Ma non cambia il fatto che abbiamo guardato negli occhi la gorgone e non saremo più gli stessi, dopo averlo fatto. Vittime e carnefici sono sottoposti al giudizio della legge, ma anche e soprattutto di quello di Dio. Che, nonostante i tentativi di rimuoverLo dalla storia del Mondo, continua pazientemente ad attendere che almeno un Caino nella storia, ritragga la mano e lasci andare Abele. Ha molta pazienza. Può aspettare. Lui. Noi molto, molto meno.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,