La collezione filatelica Marco De Marchi – Catalogazione e digitalizzazione

Cultura e spettacolo

Milano 15 Gennaio – PALAZZO MORIGGIA | MUSEO DEL RISORGIMENTO Sala Conferenze – Via Borgonuovo 23 – ore 12.00ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili

Il 17 gennaio alle ore 12 a Palazzo Moriggia si presenta il progetto di catalogazione e digitalizzazione della Collezione filatelica Marco De Marchi a cura dell’Unione stampa filatelica italiana, con il coordinamento scientifico di Ilaria De Palma, Conservatore delle Civiche Raccolte Storiche di Milano.

“La sua collezione, formata durante parecchi anni di attive ricerche, ebbe al suo principio e per qualche tempo un carattere generale, che egli volle poi opportunamente abbandonare in gran parte, per dedicarsi all’interessantissimo gruppo delle emissioni dei nostri Antichi Stati, del Regno e delle nostre Colonie. Curò, con particolare interessamento e criteri di osservatore e studioso, la raccolta dei bolli postali del gruppo italiano”. Così “Il Corriere Filatelico” nel numero del 30 novembre 1936, nell’articolo Il Risorgimento italiano nel francobollo – Collezione storico documentaria dei francobolli d’Italia annunciando la volontà di Marco De Marchi di devolvere l’intera collezione al Comune di Milano.

La collezione è conservata dove indicato dal donatore, a Palazzo Moriggia ed è stata documentata integralmente nel maggio 2015 da Saporetti Immagini D’arte con oltre 5.500 fotografie. Per l’alto valore documentario che contraddistingue la raccolta, nel 2015 è stato avviato un progetto di valorizzazione della collezione filatelica Marco de Marchi, condiviso tra l’Area Soprintendenza Castello, Musei Archeologici e Musei Storici del Comune di Milano e l’Unione stampa filatelica italiana.

Nel contesto del progetto, l’Usfi ha realizzato una mostra, ospitata grazie a Poste italiane al salone del francobollo “Milanofil”, svoltosi a Milano Congressi il 18 19 marzo 2016. In quell’occasione si è presentato il materiale, qualificato come “fondo preziosi”, ed è stato realizzato il percorso documentario “Marco De Marchi uomo, filatelista, scienziato”, grazie alla collaborazione con l’Archivio Storico Civico, la Biblioteca Trivulziana e la Biblioteca Comunale Centrale di Milano, nonché l’Archivio Villa Monastero, Varenna – Provincia di Lecco, il CNR, l’ISE Istituto per lo Studio degli Ecosistemi di Verbania Pallanza e l’Istituto di Studi Storici Postali “Aldo Cecchi” onlus di Prato. Una seconda esposizione, realizzata con il sostegno di Poste italiane, è prevista per la tappa di “Milanofil”, programmata per il 17 e 18 marzo prossimi.

PROFILO BIOGRAFICO MARCO DE MARCHI

Marco De Marchi è vissuto tra il 5 dicembre 1872 ed il 15 luglio 1936. Imprenditore e scienziato (si specializzò nelle ricerche idrobiologiche), era un personaggio noto a Milano. Passò parte della giovinezza in Argentina a seguire gli affari di famiglia, poi si laureò in Scienze naturali a Pavia.

Presiedette la Società Italiana di Scienze Naturali e l’Opera Pia Pro Orfani infanti, fu vicepresidente della sezione cittadina facente capo alla “Dante Alighieri”, consigliere del Club Alpino Italiano e del Touring Club. E’ autore di una decina di pubblicazioni scientifiche e una specie botanica l’Epilobium demarchianum porta il suo nome.

Il “Corriere della sera”, alla sua morte, lo definì “colto, generoso, fervente patriota”; “aveva dedicato la sua vita ed il suo censo a varie opere nel campo della cultura e della beneficenza, così come già la sorella Adelina, fondatrice, fra l’altro, della Clinica pediatrica e dell’Ospedale Victor De Marchi, nonché cospicua benefattrice dell’Università”. Questi due aspetti della sua vita sono ricordati anche sulla lapide della sua tomba al cimitero Monumentale di Milano: “Sublime intelletto d’amore, fraterno e generoso artefice di bene”.

Nel 1951 la vedova di Marco De Marchi dona al Comune di Milano il Palazzo di famiglia, noto come Palazzo Moriggia dal nome dei precedenti proprietari, che da allora viene destinato a sede museale e ospita il Museo del Risorgimento e l’Archivio e Biblioteca delle Civiche Raccolte Storiche.

Il 20 novembre 1987 lo Stato italiano gli ha reso omaggio emettendo un francobollo da 500 lire.

Il collezionista

Si dedicò in modo approfondito a collezionare i francobolli soprattutto negli ultimi anni della sua vita intendendo, attraverso la raccolta, ricostruire la storia dell’Italia ottocentesca, dalla persistenza di numerosi Stati all’Unificazione, e la storia delle terre redente e, più in generale, dei territori di lingua italiana, dal Ticino a Malta, alla Dalmazia.

Dopo una fase generica, si concentrò soprattutto sul Lombardo-Veneto, percorrendo anche una strada allora poco battuta dal collezionismo: quella degli annulli, ossia dei “timbri” in uso negli uffici postali, così da ricostruire la presenza del servizio nel tempo.

Nel 1919 fu ammesso nella Società filatelica lombarda, una fra le più antiche associazioni italiane, ora Unione filatelica lombarda che ha sostenuto come partner il progetto di valorizzazione della collezione. Nella cronaca specializzata lo si segnala quale espositore a Torino nel 1929.

La collezione

Nell’attuale organizzazione la collezione presenta una sezione dedicata al materiale più pregiato, il cosiddetto “Fondo preziosi” composto da pezzi molto rari se non addirittura unici e 103 album.

Oltre al gran numero di francobolli, si segnalano i frammenti (cioè francobolli ancora applicati su parte del supporto originale, in modo da conservare l’impronta dell’annullo) e le buste intere, segno di un interesse allora poco coltivato: considerare il francobollo come una parte, seppure importante, non esaustiva, dell’oggetto postale, che comprende il contenitore e, quando possibile, pure il contenuto dell’invio.

Scorrendo il materiale, dopo un capitolo prefilatelico (vale a dire precedente l’introduzione del francobollo, in Italia avvenuta nel 1850 in Lombardo-Veneto), si toccano tutti gli Stati preunitari, con una particolare attenzione proprio al Lombardo-Veneto. Nella collezione sono conservati anche reperti di posta militare che documentano, ad esempio, la spedizione in Crimea tra il 1855 ed il 1856 o a Gaeta nel 1860-1861.

Non sono trascurati i primi anni dell’Italia unita. Una piccola sezione è composta da raccolte mondiali.

Un primo catalogo, con foto parzialmente a colori, venne realizzato dal Museo del Risorgimento nel 1940; s’intitola “Il Risorgimento italiano nel francobollo”. Nel 1987 l’Amministrazione delle poste e delle telecomunicazioni pubblicò il “Catalogo della Collezione sul Risorgimento italiano” che presenta l’elenco completo del materiale esistente, corredato da alcune immagini.

La collezione filatelica delle Raccolte Storiche accoglie anche quanto esposto e poi donato nel 1946 per la mostra ospitata all’Arengario “Il francobollo e la guerra”.

Il dono al Comune di Milano

Per volontà testamentaria, il De Marchi cedette la sua collezione al Comune di Milano. Per conservarla e valorizzarla vi aveva associato una donazione di 200mila lire distribuite in quattro cartelle di rendita italiana al 5%, “i cui frutti dovranno servire alla manutenzione ed incremento” della stessa.

Fu la vedova, Rosa Curioni (21 marzo 1865 – 7 gennaio 1951), a seguire alla lettera la procedura. Decise anche collocazione e titolo: andava conservata al Museo del Risorgimento (allora si trovava al Castello Sforzesco) con il titolo “Il Risorgimento italiano nel francobollo – Collezione storico documentaria dei francobolli d’Italia”.

“Devono considerarsi appartenere a detta collezione – dice il testamento – e procurarsi per completarla sempre più”: 1) i francobolli degli Antichi Stati Italiani; 2) d’Italia e Colonie; 3) usati negli Stati cui appartennero le regioni redente al momento della redenzione; 4) usati in regioni già appartenenti a Stati italiani e ceduti ad altri (Nizza e Savoia); 5) usati in regioni non redente (Dalmazia) o in territori di popolazione e lingua italiana (Malta, Svizzera Italiana, Corsica); 6) uffici dove vennero usati francobolli di moneta e dicitura italiana (Levante).

Importante è la precisazione successiva: “Costituiscono la collezione non solo i francobolli tipo, ma hanno speciale importanza documentaria e storica del Risorgimento italiano gli «annullamenti», la cui raccolta ho particolarmente curato”.

Secondo gli atti notarili della donazione, la consistenza della raccolta De Marchi era di quattro bauli.

I coniugi, benestanti, non avevano figli e, oltre alla collezione filatelica, destinarono altri lasciti al Comune di Milano, quali ad esempio l’intera collezione di gioielli di Rosa Curioni.

Nel 1940 il Comune di Milano decise di intitolare una via a Marco De Marchi (è una perpendicolare di via Fatebenefratelli), qualificandolo come – si legge ora nelle targhe toponomastiche – “naturalista, filantropo”.

Il Centro di studi filatelici

La passione del personaggio venne ricordata per alcuni decenni attraverso il lavoro del “Centro di studi filatelici dott. Marco De Marchi”, che curò il catalogo del 1940 e la pubblicazione “Il francobollo e la guerra – Il francobollo nel Risorgimento italiano”, un numero unico edito sei anni dopo, in occasione dell’omonima mostra.

Il Centro venne fondato nell’ottobre del 1937 (altre fonti indicano il 1938); esso iniziò la sua attività “tra l’interessamento più vivo degli studiosi, anche stranieri, i quali in una sala del Museo del Risorgimento potevano pure attendere alle loro ricerche col sussidio di una biblioteca fornita delle principali opere e dei più importanti periodici filatelici italiani ed esteri”. A suo bilancio si aggiungono l’allestimento di alcune mostre ed una serie di iniziative – ad esempio visite guidate alla collezione – che si protrassero perlomeno fino al termine degli anni Cinquanta.

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