Milano 17 Gennaio – «Il milanese, ovvero il meneghino, è una lingua. Ha regole stabilite da una grammatica, ha un suo vocabolario, una sua letteratura e una poesia. E come tutte le lingue si impara dall’alfabeto. Il compito più difficile per i miei alunni? Il dettato: scrivono sempre “un” al posto di “on”». Nello studio di Edoardo Bossi, 74 anni, ci sono gli acquarelli di sua moglie Alba e poi una libreria con oltre cento titoli dedicati a Milano. Spiccano le rare pubblicazioni in milanese: un dizionario, il Vangelo, un’antologia e il «De magnalibus urbis Mediolani» di Bonvesin de la Riva tradotto in dialetto. Da questo studio, Edoardo, bancario in pensione e insegnante di meneghino, registra tre volte a settimana le sue videolezioni, che finiscono su Facebook e YouTube nella pagina «Se parla milanes». Lezioni che alternano le regole agli aneddoti. E così ci si trova catapultati in tante epoche diverse. «Solo per spiegare il significato di barlafus occorre risalire all’epoca romana» spiega Bossi.
Il corso online gratuito è stato lanciato da «Milano da vedere», agenzia di promozione turistica che il 15 settembre scorso aveva organizzato la prima giornata del dialetto milanese. Oltre a Edoardo, al corso lavora il team di «Quater Pass», di cui «Milano da Vedere» è un brand. Sono loro a creare le grafiche, montare i video e a gestire i social network e le richieste degli allievi digitali. In questi anni «Quater pass» aveva promosso anche lezioni vere e proprie in alcune sedi a Milano, ma non riuscivano a soddisfare le numerose domande di iscrizione. Da qui l’idea dei fondatori di passare all’online. «Vogliamo dare a tutti l’opportunità di ascoltare come si parlava una volta e valorizzare questa nostra tradizione — dice Danilo Dagrandi —. Esiste una Milano fuori dal binomio moda-business e cerchiamo di mostrarla recuperando la sua lingua, le sue leggende, le sue ricette». Considerando le nazionalità dei residenti, a Milano si parla ogni giorno in circa 160 lingue diverse. Senza contare gli idiomi dei viaggiatori. Il milanes è il frutto delle tante dominazioni vissute dalla città. Contiene un po’ di celtico, di longobardo, di spagnolo, di francese, di latino e di tedesco.
Giovanna Maria Fagnani (Corriere)
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