Milano 22 Gennaio – Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Non era partito male Sala. Affatto. Aveva detto alcune cose sensate. Ma soprattutto aveva affrontato il problema con la corretta angolazione. Sala voleva dipendenti che parlassero Inglese e sapessero usare il web. D’altronde, stando puramente ad una logica aziendalistica, che poi è l’unica che dovrebbe contare in un ente qualsiasi, il Comune ha tutto il sacrosanto diritto di imporre requisiti sempre più stringenti. Se domani si bandisse un concorso per un posto qualsiasi vedreste file lunghissime. Nel Veneto, da cui provengo, si sono visti anche qualche migliaio di aspiranti per un posto comunale. Se ho una platea così vasta tra cui scegliere, perché non essere iperselettivo? Perché non scegliere il meglio, essendo efficienti, brutali e drammaticamente duri nella selezione? Questo punto, tra l’altro, dovrebbe mettere d’accordo destra, sinistra e liberali. La destra, perché è una situazione dove il bene supremo della Patria viene finalmente servito al di là degli interessi individuali. La sinistra perché uno Stato efficiente che impiega il meglio fa una concorrenza spietata al privato. Ed i liberali perché, atteso che lo Stato lo dobbiamo sopportare, uno Stato efficiente è più facile da digerire di uno inefficiente. Ovviamente tutto questo è pura teoria. Solo che, apparentemente, se ne accorgono solo i liberali. La realtà è molto più dura. Entrino, dunque, in scena i sindacati.
Il piano di Sala era questo: assumere meno, assumere meglio. Ovvero, cercare figure qualificate e di alto livello per modernizzare il Comune. Ah, l’illuso. I sindacati, a quel punto, hanno fatto muro. Intanto, come si permette Sala di assumere MENO? Che mi significa MENO? Il Comune deve continuare con l’ipertrofia. Non deve essere efficiente. Deve essere accogliente. Non per il cittadino, naturalmente, che è solo un’immensa seccatura, come tutti sappiamo. No, per i lavoratori. La protesta verte sul fatto che, se fai entrare personale già altamente formato e qualificato, questo passerà davanti a gente iscritta nelle graduatorie interne. E non è mica giusto. No, no. Non scherziamo. Ovviamente, a nessuno è balenata l’intuizione di usare il primo in classifica come benchmark, assumendo solo gente migliore. E nemmeno si è posto il problema, piuttosto ovvio, del perchè qualcuno interno alla struttura avrebbe dovuto poter competere con un esterno esperto di web. Magari giovane. Magari sul piede di andarsene.
Ripeto, le premesse non erano male. Ma Sala conta Lunedì di chiudere la partita. E la partita si chiuderà in un solo modo: ricordandosi di chi si è scelto per correre a Sindaco. Ovvero con un partito del tutto collaterale al Sindaco. Che molto prima che venisse dichiarata guerra al proprio sindaco era pronto alla resa. Che, anzi, spera in una resa. Perché i sindacati, caro Beppe, sono un’azionista di maggioranza del PD. E tu non puoi deluderli. Quindi, alla fine, ti arrenderai anche tu, prenderai personale poco specializzato e molto fidelizzabile. Ne prenderai fino a scoppiare. E sarai felice. La chiamerai una vittoria. E mentre il Comune continuerà a perdere efficienza ti domanderai chi te l’abbia fatto fare. Senza trovare una risposta valida.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,