Le nomine di Sala. Unico requisito: essere del PD

Fabrizio c'è Milano

Milano 23 Gennaio – Beppe Sala ci ha sempre tenuto a essere considerato  un manager. Però le sue politiche del personale al Comune di Milano non sembrano proprio manageriali. La riorganizzazione degli uffici dopo 8 mesi deve ancora prendere forma: per alcuni ruoli non si e trovato nessuno (marketing urbano) per altri sono stati individuati i dirigenti non certo sulla base del curriculum. Qui si continua a promuovere dirigenti gente che ha fatto solo il dirigente di circoli PD, con compensi da 90.000 che stridono con le difficoltà ad assumere quelle figure tecniche (ingegneri, architetti, geometri, esperti in beni culturali, informatici) di cui gli uffici comunali hanno bisogno.

Facciamo 2 esempi. Direttore Generale è stata nominata Arabella Caporello, ex assistente del Presidente di un fondo ma digiuna di ogni amministrazione pubblica, per la bella cifra di 220.000 euro annui. Era però sempre presnte alla Leopolda e fa parte del circolo Pd milanese della Pallacorda.
Secondo esempio.  Direttore del settore inclusione sociale e diritti (chissa che vuol dire?) invece è stato nominato Cosimo Palazzo, ex digente del circolo Pd Vigentino e attuale caposegreteria dell’assessore Majorino. Esperienze dirigenziali nessuna ma le sue competenze nella gestione dell’emergenza migranti costeranno al Comune 90.000 euro annui.
Tutte le chiacchiere del Pd sulla meritocrazia e sulle competenze stanno a zero. Qui si penalizzano i dipendenti più meritevoli e quelle persone esterne al Comune che hanno partecipato ai bandi per infilare persone politicamente vicine.
Inutile fare tavoli coi sindacati se non si comprende che la frustazione dei lavoratori nasce dall’abuso di scelte politiche. Le nomine di questi dirigenti penalizzano il funzionamento della macchina comunale.

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