Milano 23 Gennaio – Hanno giocato a salvare delle vite. Perché per i cani «da macerie» o i cani «da valanga» è solo un gioco trovare donne, uomini, bimbi sepolti ancora vivi o purtroppo già morti. Imparano da cuccioli che non devono farsi distrarre: l’obiettivo è trovare l’essere umano. «E non il frigorifero con il cibo o la cena interrotta dal terremoto. Fin da cuccioli li premiamo se trovano il figurante». Alessandro Libra del centro Reaxel di Trofarello a Torino fa parte del Nucleo cinofilo da soccorso Piemonte della Protezione civile, sono i cinofili degli Alpini. Con i suoi cani Rea e Axel, un golden retriver e un pastore tedesco, è andato all’Aquila durante il terremoto del 2009. «Lì abbiamo trovato due persone, purtroppo erano già morte. Ma loro sono addestrati per trovare persone in ogni caso».
Ieri al centro Reaxel, alle porte di Torino, era la sera dell’addestramento, si fanno le prove con i giochi e i premi fino a notte, perché i cani devono essere abituati a cercare le persone a ogni ora e in tutte le situazioni: le ambulanze, le grida delle persone e il fumo o qualche rumore forte che di solito spaventa gli altri animali. Il «figurante» si nasconde e il cane quando lo trova abbaia. «Imparano l’abbiaio a comando – spiega Libra -, quando sentono l’essere umano chiamano il conduttore e lo portano nel luogo dove lo hanno individuato».
Il meccanismo è frutto di mesi di addestramento con i premi in cibo. «Tutti i cuccioli possono essere addestrati, trovano l’uomo e ottengono un premio in cibo. Poi il premio non ci sarà più da adulto, rimarrà però l’istinto della ricerca – racconta Libra -. Nella scelta del cucciolo si preferisce un cane che abbia genitori già con quel tipo di addestramento, vengono selezionati per l’intelligenza e l’essere portati alla ricerca: una sorta di Dna di predisposizione al salvataggio. Ma tutti i cani possono salvare delle vite». A dirlo così pare semplice: prendi un cucciolo e lo premi se trova un bimbo sotto la casa crollata. «Dovrebbero ricordarselo sempre non solo quando sfiliamo alle parate dopo i disastri e tutti ci applaudono. Dovrebbero ricordarlo che questi cani salvano vite umane».
Antonella Mariotti (La Stampa)
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