Triennale di Milano. La bellezza dell’opera poliedrica di Mario Bellini, architetto e designer

Cultura e spettacolo

Milano 23 Gennaio – Fino al 19 marzo una retrospettiva ripercorre la carriera del grande designer e architetto italiano a trent’anni esatti da quella a lui dedicata dal MoMA di New York nel 1987 già allora presente con 25 opere nella collezione permanente del museo americano

Alla Triennale di Milano la mostra “Mario Bellini. Italian Beauty” a cura Deyan Sudjic, direttore del Design Museum di Londra insieme a Ermanno Ranzani consulente di architettura e Marco Sammicheli per il design, dedicata all’intera opera dell’architetto milanese. Un viaggio trasversale lungo quasi 60 anni tra design, architettura, exhibition design e molto altro. Un omaggio all’opera poliedrica di Bellini a trent’anni di distanza dalla retrospettiva che lo vedeva protagonista al MoMA di New York nel 1987 e che dava conto della sua attività di designer. Il 1987 è infatti per Bellini l’anno della svolta, quello del passaggio all’architettura di grande scala e al disegno urbano.

Bellini ha operato indistintamente nel campo del design come dell’architettura, confrontandosi sia nella piccola scala, attraverso arredi e oggetti diventati icone, sia nella grande scala con Centri Congressi, Fiere, Musei progettati dal Giappone agli Usa, dalla Germania all’Australia e, nel 2012, il Dipartimento delle arti islamiche, un’onda dorata per il museo più prestigioso del mondo, il Louvre di Parigi.

Negli oltre mille metri quadrati del Palazzo dell’Arte, la mostra milanese vuole dunque porre attenzione sulla necessità e sul ruolo eversivo e salvifico della bellezza. Da qui il sottotitolo “Italian Beauty”. Il percorso espositivo è articolato in diverse sezioni: Portale, Galleria, Piazza e quattro Stanze organizzate secondo un tema guida. 

L’allestimento è dello stesso Mario Bellini, mentre le installazioni video sono a cura di 3D Produzioni con la regia di Giovanni Piscaglia.

Arricchisce e completa l’esposizione un catalogo di Silvana Editoriale che è soprattutto una pubblicazione critica, con una introduzione di Francesco Moschini, una prefazione di Germano Celant, e saggi, tra gli altri, di Deyan Sudjic, Ermanno Ranzani, Marco Sammicheli, Enrico Morteo, Italo Lupi, Franco Purini, Marco Romano, Carlo Arturo Quintavalle, Francesco Binfarè, Vittorio Sgarbi.

La mostra resterà aperta fino al 19 marzo 2017. (Arte Magazine)

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