Le banane in Duomo, quando l’improvvisazione va al potere

Fabrizio c'è Milano
Milano 25 Gennaio – La notizia delle palme e delle banane in Piazza Duomo è la metafora di come viene governata oggi Milano.  Tanti annunci, tanto marketing politico, la volontà di stupire slegato però dai bisogni, l’idea sbagliata che il futuro sia sempre scimmiottare altrove, poche riflessioni sulla storia e sull’ identità di Milano. E così alla fine si sciupano la ricchezza e il dinamismo della città.
Intendiamoci. Non si può che ringraziare gli sponsor che si offrono di prender cura del verde. E che scelgono anche un ottimo architetto paesaggista per fare il progetto.
Ma è chi governa che deve dare la linea, sennò Starbucks penserà giustamente (dal suo punto di vista) a una aiuola brand che fa notizia e che fa viaggiare selfie in tutto il mondo.
Invece chi governa Milano deve guardare all’interesse della città che è quello di dare una sistemazione consona al luogo simbolo della storia di Milano, al monumento che la rappresents nel mondo. Anche la Soprintendenza poi, sempre puntigliosa nel verificare i progetti dei privati, perché non contesta questo progetto col bollino del Comune?
Piazzare banani e palme davanti al Duomo di Milano significa tradire non solo la storia millenaria della città ma anche lo stile sobrio, la misura che è la cifra della milanesità, come la nebbia, il lavoro e i colori mai troppo accesi.
Se si vuole stupire e innovare ci sono tante piazze e luoghi che rappresentano la Milano del futuro. Il Duomo ha bisogno di ordine ed eleganza, non di protagonismo architettonico
Si può certamente rimediare. L’importante è che chi governa pensi ad amministrare. Non a inseguire mode, trend, immagine, tecniche di marketing che forse nemmeno conosce.

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