Giovannino Guareschi nel lager di Sandbostel e quella cartolina portata da un angelo

Cultura e spettacolo Le storie di Nene

Milano 27 Gennaio – Un graffio di ironia per esorcizzare la nostalgia, un sogno per dare calore ad un Natale di solitudine, un segno per ricordare la vita. Là nell’alienazione di un lager,  nell’angosciante attesa di un ritorno, nella cupa monotonia di un tempo senza luce.

E’ il Natale del 1944 e Giovannino Guareschi è internato nel lager di Sandbostel, perché la coerenza fa parte dell’uomo, perché la libertà è il suo credo, perché la fierezza abita nella terra delle sue origini. E pagare sta scritto nelle cose di un periodo storico controverso, dilaniato da fazioni e violenze. Ma l’uomo è determinato e no, il lager non gli fa paura, non può distruggere quel mondo immaginario che è umorismo, sberleffo, rigore intellettuale, non può scalfire la sua capacità di ridere e sorridere, di trovare nel cuore modi e tempi per esorcizzare il male. E allora inventa favole, organizza spettacolini teatrali, discute, cerca il dialogo, per raccontare a se stesso e agli altri la speranza. Accartocciato in 40 chili, lui un omone grande e grosso, regala forza e coraggio, perché il suo motto “Non muoio neanche se m’ammazzano” diventi anche per gli amici sventurati, una ragione di vita e di forza. Ma, a volte, Cartolina Guareschiripiegato su stesso, in quell’inferno senza colori,  un lampo di realtà lo divora ““Le mie ore si annullano in questa sabbia, e ogni ora mi ruba una goccia di vita, un sorriso dei miei figli, e io vedo me stesso scendere gradino per gradino la scala che non si risale mai più. Questa noia che sa di catrame come l’aria di questa terra ostile…Un anno è finito. Un anno comincia. La noia continua, niente di nuovo”.

E in quel Natale del ’44 un piccolo angelo appare e gli consegna una cartolina d’auguri, firmata dal sorriso dei figli, proveniente dalla terra che ama, sullo sfondo il reticolato dell’inferno, una stella cometa a illuminare un rimpianto. Quasi una favola, un sogno.

Ma una favola preparata con cura dallo stesso Giovannino Guareschi che disegnò la cartolina, mise il francobollo e pregò il postino del lager di consegnargliela alla vigilia di Natale.

Un’illusione che profuma d’amore e di vita. Con infinita nostalgia.

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Nene

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