Milano 27 Gennaio – La scuola in questione è Rinascita al Giambellino. Il mancato pagamento della quota assicurativa ha creato equivoci e malumore. Di fondo c’è una situazione scolastica comune a tutte le scuole italiane in cui si chiedono contributi alle famiglie per iniziative che arricchiscono il programma e, a volte, anche per il materiale d’uso corrente. Il caso della scuola Rinascita è raccontata da Elisabetta Andreis sul Corriere “Bloccate tutte le uscite didattiche e le gite, perché «diverse famiglie non hanno pagato la necessaria quota per l’assicurazione». Anna Sandi, dirigente scolastica della media Rinascita, quartiere Giambellino, con una semplice circolare datata 25 gennaio ha impresso un improvviso stop a tutte le attività fuori dalle mura della scuola. Ieri è saltata la lezione di Educazione sentimentale al Consultorio di zona e per oggi è stata cancellata la visita delle classi al Binario 21 e ai Luoghi della Memoria.
Soltanto a fine giornata di giovedì, sulla scia delle proteste di alcuni genitori, il Consiglio di presidenza ha deciso di aggiustare leggermente il tiro e promesso una nuova circolare che dovrebbe essere pubblicata stamattina, ad integrazione della precedente: «Daremo ai ritardatari ancora una settimana per regolarizzarsi», spiega Sandi, che da lunedì ripristina le uscite per cinque giorni, salvo sospenderle di nuovo se i pagamenti non arriveranno.inRead invented by Teads
«Si parla di 8 euro a bambino per la copertura assicurativa. Sono stati anticipati per tutti, ma la scuola deve rientrare urgentemente della spesa per riuscire a rilanciare l’istituto e conservare una elevata offerta formativa — dice —. È il minimo indispensabile, se le famiglie non onorano l’impegno preso in sede di iscrizione ci mettono davvero in ginocchio».
Metà degli studenti non sarebbero in regola con i versamenti e il problema è anche a monte: riguarda in generale i contributi volontari che erano stati chiesti dalla scuola fin da maggio, 150 euro ad alunno, e in pochi hanno versato.
Rinascita sta raccogliendo le iscrizioni per l’anno prossimo, ha ottime attrezzature, le Lim in tutte le classi e offre molti laboratori ma negli ultimi anni ha visto un elevato turnover di insegnanti e sta tentando un rilancio. «Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, anche se capiamo che la crisi rende lo sforzo più grande. Noi facciamo la nostra parte», lancia l’appello la preside. Secondo alcuni genitori nella scuola c’è carenza comunicativa e il problema sarebbe anche quello. Il 27 maggio, ricostruiscono, sono stati chiesti alle famiglie con una circolare i 150 euro di contributo volontario: 100 per «supporto al funzionamento didattico», 40 per il «funzionamento amministrativo», 10 per «piccole manutenzioni alle aule e ai laboratori».
L’importo della quota assicurativa per le uscite non era specificato, dicono alcuni genitori: «Altrimenti, se fosse stato precisato che 8 euro (di 150) erano obbligatori, pena non fare le uscite, alcune famiglie avrebbero pagato», dice una mamma. «Non è comunque giusto abolire tutto il programma di incontri didattici fuori dalla scuola senza preavviso e penalizzando chi ha versato quanto richiesto», aggiunge un papà.
Nello storico istituto, nato come media sperimentale nel secondo dopoguerra, si cerca di rafforzare un dialogo che alcuni definiscono a singhiozzo. Proprio in questi giorni si è discusso anche della composizione del Consiglio di Istituto. «Va regolarizzata perché per ordinanza del ministero negli istituti comprensivi ci deve essere un seggio per ogni componente, genitori e docenti, in ogni grado di scuola. Qui invece si toglie un seggio agli insegnanti della media Rinascita. — dice Pippo Frisone, sindacalista della Cgil —. Sulla questione è intervenuto anche il provveditore e presto la situazione sarà sanata, ma il blocco delle uscite scolastiche ha il sapore di una rivalsa che rischia di penalizzare gli studenti».
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