Palermo: offresi posti di “sciuscià”, laureati in fila per fare i lustrascarpe

Cronaca

Milano 27 Gennaio – L’idea di fare il lustrascarpe a fronte di uno stipendio fisso a fine mese, non la disdegna neppure chi ha una laurea in tasca. Accade a Palermo dove sono oltre 70 i curriculum arrivati sulla scrivania del presidente di Confartigianato, Nunzio Reina, che ha rilanciato un antico mestiere, quello dello sciuscià pensando di costituire una cooperativa con quindici persone, che lavoreranno come nel film neorealista di Vittorio De Sica in altrettante postazioni strategiche distribuite nel centro della città.

Dalla stazione al tribunale, fino all’aeroporto dove i viaggiatori potranno dare un’ultima lucidata alle calzature prima di imbarcarsi. A rispondere all’annuncio, in una terra, la Sicilia, dove la disoccupazione giovanile supera il 50%, sono stati soprattutto diplomati ma anche laureati, provenienti da ogni parte dell’Isola. Una prima tranche di aspiranti sciuscià è stata esaminata ieri, la prossima selezione si svolgerà il 1 febbraio. Tra i candidati anche alcune donne come Concetta Zummo, 26 anni, diplomata al liceo Classico.

“Ho presentato il curriculum – racconta – perché ritengo che sia una buona opportunità per lavorare in modo stabile. Dopo il liceo, mi sono iscritta all’università a Palermo per studiare al Dams. Poi ho deciso di fermarmi per lavorare, mi arrangio come posso. Questa per me è un’opportunità”.

Intanto nella sede palermitana di Confartigianato continuano ad arrivare curriculum.

“Siamo a quota 74 – dice soddisfatto Reina – ne sono arrivati altri in queste ore. Li valuteremo. Che ci siano laureati tra i candidati non credo sia uno scandalo. E’ un’opportunità che diamo. Evidentemente i ragazzi credono nel progetto. Lo stipendio in media potrebbe aggirarsi tra i mille e i 1.200 euro al mese. A chi sarà selezionato, oltre al periodo di formazione forniremo gratuitamente gli strumenti di lavoro. Ci saranno 15 postazione in centro a Palermo e in alcuni nodi strategici come la stazione, il tribunale e l’aeroporto di Palermo”.

“Il mestiere di lustrascarpe – ricorda Reina – era una tradizione a Palermo e tra i ragazzi arrivati ieri a colloquio, ce n’era una il cui padre faceva proprio questo di mestiere. Mi ha colpito, dicendomi abbiamo vissuto grazie al suo lavoro, non ci ha fatto mancare nulla”. (BlitzQuotidiano)

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