Un telefono azzurro per cantanti maltrattati dalla realtà

Società

Milano 27 Gennaio – E’ dura, dura davvero. Essere un cantante è una cosa massacrante. Tu vuoi fare di tutto per fregartene del libero mercato, calmierare i prezzi, apparire un poveraccio che ama i poveracci che riempiono di soldi, e poi, così, arriva qualcuno e gli rovina il giochino. Si permette di dirti che non sai calcolare i prezzi, che sei un reperto storico avariato e che se non vuoi guadagnare tu, ci guadagnano loro. Ecco questa cosa sta facendo del male alla psiche delle masse che sui cantanti vivono. Seguitemi: ci sono dei cantanti con mentalità da centro sociale, quelli che su di loro campano. E poi quelli che rischiano di tasca propria acquistando merce di dubbio valore, come i biglietti per concerti di gente come J Ax. Ecco, per Elio le zecche sarebbero loro. Per me i primi sono di una spanna avanti, ma potrei sbagliare. In ogni caso vi lascio le mirabolanti conclusioni di Repubblica:

“Oggi qui lanciamo un osservatorio permanente, un sorta di telefono musicale che suoni sempre più forte, come il telefono azzurro” dice Claudio Trotta a Milano. Il fondatore della Barley Arts Promotion, colosso che organizza in Italia i concerti di Bruce Springsteen, propone dal palco del Teatro Parenti un primo argine al bagarinaggio online. “Se si continuerà a permettere questa schifosa speculazione, saremo tutti collusi” spiega in apertura di No Secondary Ticketing, prima conferenza internazionale dedicata a un fenomeno che, secondo le stime, nel 2017 crescerà almeno del 20%.

La creatura di Trotta si dovrebbe chiamare Osservatorio No Secondary Ticketing e si occuperà di raccogliere le segnalazioni degli utenti riguardo ai siti dedicati al mercato nero dei tagliandi. Ormai vere e proprie “borse” dell’intrattenimento che in Italia sono un caso a partire dal famigerato concerto dei Coldplay, dove alcuni posti erano arrivati a costare 1.500 euro.

Nulla di nuovo, si invocano gli sbirri contro la realtà, quando al realtà dà ragione al mercato. Non dappertutto però si fa così. Dove il mercato funzione, tipo in UK, si risolve così il problema:

Alex Bruford, agente di Atc Live, agenzia inglese che dal bouquet da 250 artisti gestiti, pesca il caso felice dei Lumineers. “A Londra abbiamo organizzato un concerto da 10mila persone, soltanto biglietti nominali e sapete come è andata? Benissimo, nessuna coda troppo lunga e soprattutto soltanto l’1% dei biglietti finiti sui siti di second ticketing. Del resto è una vita che si va all’aeroporto col proprio nome scritto sul biglietto e gli aerei partono lo stesso”.

Ma volete mettere il brivido di insultare la polizia, mentre gli agenti arrestano i bagarini? Impagabile.

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