Matrimonio tra signora e 93enne milionario in fin di vita, rinviato a giudizio il prete

Cronaca

Milano 29 Gennaio – Ha sposato una donna e un anziano e ricco imprenditore in fin di vita. Un matrimonio che secondo il gup non avrebbe dovuto essere celebrato, perché costituisce circonvenzione d’incapace. Per questo motivo il giudice ha rinviato a giudizio il parroco di Boccadasse, borgo di Genova, la sposa Maria Gabriella Radaelli, il figlio di lei e la fidanzata. La vittima era Carlo Gian Battista Bianchi Albrici, un imprenditore di Milano trapiantato a Genova, che a 93 anni e sul letto di morte si è ritrovato sposato alla donna, diventata così sua erede.

L’uomo si ritrova, ancorché quasi morente, sposato con la donna di 72 anni e a congiungere i due, in fretta e furia e nel cuore della notte è proprio il prete della parrocchia di Sant’Antonio. Testimoni il figlio della ‘sposina’ e la sua fidanzata. In questa maniera, la donna sarebbe diventata erede dell’impero milionario dell’imprenditore. A scoprire le nozze è stato il figlio dell’anziano, che ha impugnato il testamento e denunciato la matrigna.

Nel frattempo, sul tavolo del pm Gabriella Dotto, arriva una seconda denuncia. La figlia del cattedratico ortopedico Francesco Pipino (famoso per avere disegnato, tra l’altro, l’anca di papa Woityla), denuncia la Radaelli, accusandola di essere diventata l’amante di Pipino, mentre stava già con Bianchi Albrici, e di essersi fatta intestare case e conti milionari. Secondo la figlia di Pipino ci fu, anche in questo caso, una circonvenzione di incapace.

La donna ha sempre sostenuto di essersi sposata per amore. Anche il prete aveva sostenuto di avere unito in matrimonio una coppia innamorata. Ma secondo il giudice, dell’amore non ci sarebbe stata nemmeno l’ombra. Tutti, è la sintesi delle motivazioni, dovevano accorgersi che il miliardario era più morto che vivo e non era in grado di intendere quel che stava succedendo. (BlitzQuotidiano)

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